Cammino per i
sentieri
diretto alla tua dimora
prima che giunga la nebbia
ad occultarmi il tuo viso.
Io mi ricordo
di te
del tuo sorriso imbronciato
è dipinto sopra la luna
alla mercé delle nuvole.
Ti penso e ci
sto male
il mio cuore alberga ferite
che ho poggiato sul vento
in fondo all'ultima notte.
Accendo il mio
grammofono
per ascoltare la voce
con la quale parlavi d’amore
prima che diventasse utopia.
Ad est dalla
salsedine
c’è ancora un ramo di salice
laddove è inciso il tuo nome
il mio è parte dell’oscurità.
Chissà…fu
forse la gazza
che in un impeto di gelosia
lo raccolse e poi volò via
ad inabissarlo nel mare.
Ma mi rimane
di te
un ritratto dipinto nell’anima
di carboncino e di sangue
e di rimpianto profondo.
Ad est dallo
scirocco
fluttuano i fiori di pesco
io li stringo nella mia mano
ma comunque tu non ritorni.
N° 3174 - 27 agosto 2016
Il Custode
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