Amore parlami!
Fallo dalle tue antiche rovine
dalla dimora nella pianura
infestata dai ragni e dai grilli.
Il tuo cuore,
macchia di pece
incontrò il mio dolore discreto
ed io ti cercai per dimostrarti
tutta quanta la mia crudeltà.
E nel cielo,
senza alcuna meta
il falco attese il suo lupo
Isabeau…o forse Salem
la mia anima andò in confusione.
Fuochi fatui
sopra il tuo viso
danzarono la melodia del silenzio
io volli insultarti a sangue
ma non ne rammento il motivo.
Nel vento, la
vaniglia della tua pelle
avvelenò le falene in volo
e sospirai l’ultimo inchiostro
per dedicarti un grande poema.
Dallo scoglio
io scruto il mare
ti vedo in sella all’orizzonte
sicché ti supplico nuove parole
con le quali odiarti ancora.
N°
3170 – 12 agosto 2016
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