Una
maledizione
forse una delirante magia
ma la metamorfosi improvvisa
mi trasforma
mi rende possente e invincibile.
Tremano al mio
passaggio
i grilli e i coleotteri
dopo che ho sceso la rupe
attratto dal tuo profumo
pronto a fare scempio di te.
Il mio ululato
è una lama
che fende il cielo e la pianura
tu hai paura
come potrei darti torto?
Io non avrò comunque pietà.
Frantumo
sterpi e foglie
calpesto formiche e marmotte
mentre ti annuso nell’aria
e sento il richiamo afrodisiaco
del tuo sangue dolcissimo.
La tua
angoscia è silente
contrasta con la mia furia
e con il tuono assordante
che grida dentro il tuo petto
adesso che alfine mi vedi.
Lacero le tue
carni
la tua agonia dura un istante
tu muori e io ti chiedo perdono
ma sono davvero affamato
nella notte di plenilunio.
N° 3172 - 22 agosto 2016
Il Custode
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