Annuso il tuo
dolore
e ha un sapore robusto
che sale il cielo e corrode
le nuvole, persino la luna.
Impregna le
mie narici
dopo scivola verso il cuore
io ti vorrei sulla mia mano
per proteggerti…magari amarti.
Eppure io non
lo so fare
ed allora manco la presa
io ti chiamo mentre precipiti
nell’oblio della tua solitudine.
Il tuo sguardo
bellissimo
è una pugnalata nell’anima
adesso che non riesco a dirti
le parole che vorresti ascoltare.
Nei tuoi
occhi, come mature ferite
esplodono le tue cicatrici
tutte le battaglie che hai vissuto
e hai perduto con dignità.
Mi rammarico
per le tue lacrime
e silente ti chiedo perdono
se nascosto nella mia codardia
ti ho lasciata morire da sola.
N°
3168 – 8 agosto 2016
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