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venerdì 5 agosto 2016

LA SMORFIA DI GIOVE

E d’improvviso egli si alzò
scese il suo trono imprecando
poi osservò la vallata distante
e pensò forte, con fare altero
la sua ira, oramai incontrollata
per il suo regno allo sfacelo.

Accampati tra i viali e i sentieri
mortali di ogni razza e ogni credo
che sfuggiti dalle terre selvatiche
facevano scempio di laghi e pianure
accolti da chi, assai stolto, asseriva
che si trattasse di buone creature.

Vestiti di stracci e di malattie
defecavano vomito e sterco
in ogni angolo, dietro ogni cespuglio
sicché egli, in balìa della rabbia
si rammentò che quando era severo
il suo mondo era un paradiso.

Siccome esausto dai crimini umani
radunò gli dei nel palazzo di vetro
ma nessuno pareva avere il coraggio
di scacciare via l’invasore arrogante
allora Giove fece una breve smorfia
e dopo diede fuoco all’Olimpo.

  N° 3166 – 5 agosto 2016

                                            Il Custode

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