Translate

lunedì 29 agosto 2016

IL TUO BACIO GENTILE

Scivolò nella mia tasca
come fosse una farfalla ferita
e perduta la polvere d’ali
si adagiò sopra la stoffa
in attesa di un soffio di vento
che lo recasse alle mie labbra.

Io mi domando ancora
tu che cosa pensavi
in quel pomeriggio di marzo
che odorava di ruggine e treni
mentre, confusi tra i campi
stonavano i grilli in amore.

D’improvviso io lo ritrovai
impigliato sul mio palato
ed il sapore del tuo bacio gentile
valeva quanto la vita intera
che se io fossi morto quel giorno
non avrei avuto altro rimpianto.

Preparai uno scrigno d’ottone
e nello scrigno deposi il tuo nome
tra le rose e in mezzo alle spine
per ricordare sempre il tuo viso
e raccontarlo alla luna nuova
curiosa quanto i gatti di strada.

Adesso, e sopra le mie dita
il tuo profumo è un incendio
brucia la mia anima arida
e il delirio che ho dentro gli occhi
quando guardo la notte e ti cerco
dimenticando d’essere cieco.

  N° 3176 - 29 agosto 2016

                                         Il Custode

UN TEMPLARE

Ho preservato il tuo mistero
con la spada, e con il sangue
io l’ho difeso dagli arabi
nel deserto arido, nelle moschee
fino alle porte di Gerusalemme.

Nulla fu mai più importante
del Santo Graal, del tuo Sacro sepolcro
per cui io ho ucciso e mutilato
ma non ho provato rimorso
a nessuno ho mai chiesto perdono.

Assai crudeli furono i miei nemici
tagliatori di teste privi di scrupoli
e però, in virtù della mia fede
nulla poteva darmi alcun timore
la morte…l’agognata ricompensa.

Ma, ahimé, ingabbiato come una bestia
da codesti vescovi infingardi
che hanno instaurato il terrore
per manovrare i deboli uomini
e mantenere privilegi e potere.

Io, tuo soldato impavido e leale
ora accusato di infamia ed eresia
non è così che intendevo servirti
e tu dove sei, adesso, o mio Signore
mentre è pronto per me il rogo?

Forse sarà il pensiero dei posteri
a riabilitare la mia anima errante
sicché quest’ultimo mio sacrificio
mi condurrà al tuo regno distante
che, a dire il vero, a me non importa.

  N° 3175 - 29 agosto 2016

                                       Il Custode

sabato 27 agosto 2016

L'EST

Cammino per i sentieri
diretto alla tua dimora
prima che giunga la nebbia
ad occultarmi il tuo viso.

Io mi ricordo di te
del tuo sorriso imbronciato
è dipinto sopra la luna
alla mercé delle nuvole.

Ti penso e ci sto male
il mio cuore alberga ferite
che ho poggiato sul vento
in fondo all'ultima notte.

Accendo il mio grammofono
per ascoltare la voce
con la quale parlavi d’amore
prima che diventasse utopia.

Ad est dalla salsedine
c’è ancora un ramo di salice
laddove è inciso il tuo nome
il mio è parte dell’oscurità.

Chissà…fu forse la gazza
che in un impeto di gelosia
lo raccolse e poi volò via
ad inabissarlo nel mare.

Ma mi rimane di te
un ritratto dipinto nell’anima
di carboncino e di sangue
e di rimpianto profondo.

Ad est dallo scirocco
fluttuano i fiori di pesco
io li stringo nella mia mano
ma comunque tu non ritorni.

  N° 3174 - 27 agosto 2016

                                        Il Custode

mercoledì 24 agosto 2016

PECORE

Seguo il gregge
ed il gregge segue il pastore
io ogni tanto mugugno
però è solamente finzione
perché seguo il gregge
benché mi conduca alla rovina.

Arrivano i lupi
e sembrano molto affamati
il pastore non vuole fermarli
li considera importanti risorse
ma arrivano, i lupi
e divorano i deboli agnelli.

Non mi lamento
fino a che avrò cibo e riparo
e sebbene nel mio recinto
si sta ogni giorno più stretti
comunque non mi lamento
non sono abituato a farlo.

Conosco le stagioni
passano come nuvole al vento
quindi, a burrasca trascorsa
i tempi saranno certo migliori
io conosco le stagioni
ma questa non sembra finire.

Seguo il gregge
compassato, in realtà apatico
e le morti tra le mie fila
io le accetto come fosse destino
sicché seguo il gregge
poiché così vuole il pastore.

  N° 3173 - 24 agosto 2016

                                       Il Custode

lunedì 22 agosto 2016

PLENILUNIO

Una maledizione
forse una delirante magia
ma la metamorfosi improvvisa
mi trasforma
mi rende possente e invincibile.

Tremano al mio passaggio
i grilli e i coleotteri
dopo che ho sceso la rupe
attratto dal tuo profumo
pronto a fare scempio di te.

Il mio ululato è una lama
che fende il cielo e la pianura
tu hai paura
come potrei darti torto?
Io non avrò comunque pietà.

Frantumo sterpi e foglie
calpesto formiche e marmotte
mentre ti annuso nell’aria
e sento il richiamo afrodisiaco
del tuo sangue dolcissimo.

La tua angoscia è silente
contrasta con la mia furia
e con il tuono assordante
che grida dentro il tuo petto
adesso che alfine mi vedi.

Lacero le tue carni
la tua agonia dura un istante
tu muori e io ti chiedo perdono
ma sono davvero affamato
nella notte di plenilunio.

  N° 3172 - 22 agosto 2016 

                                      Il Custode

domenica 21 agosto 2016

AMORE DI SABBIA

Amore mio fatto di sabbia
un tempo qui fra le mie mani
ma per un capriccio del vento
diventasti mulinello nel cielo
e nel cielo accecasti le nuvole
che piansero gocce di pioggia.

Sicché in un giorno tristissimo
tu scivolasti molto distante
ed in balìa dell’alta marea
ti recasti a graffiare le onde
fu allora che io ti ho smarrita
ed insieme a te, il mio destino.

Prigioniera dentro una conchiglia
le tue unghie si frantumarono
diedero vita a perle e coralli
collane e monili per le sirene
qualcuna volle rubarti la voce
e tu, muta, non mi potesti chiamare.

Amore mio fatto di spuma
e di rimpianto che sa di salsedine
ti cerco ancora dentro la burrasca
ti aspetto sul filo dell’orizzonte
poiché è là che io ti ho perduta
ed insieme a te, la mia vita.

  N° 3171 - 20 agosto 2016

                                    Il Custode

venerdì 12 agosto 2016

PARLAMI!

Amore parlami!
Fallo dalle tue antiche rovine
dalla dimora nella pianura
infestata dai ragni e dai grilli.

Il tuo cuore, macchia di pece
incontrò il mio dolore discreto
ed io ti cercai per dimostrarti
tutta quanta la mia crudeltà.

E nel cielo, senza alcuna meta
il falco attese il suo lupo
Isabeau…o forse Salem
la mia anima andò in confusione.

Fuochi fatui sopra il tuo viso
danzarono la melodia del silenzio
io volli insultarti a sangue
ma non ne rammento il motivo.

Nel vento, la vaniglia della tua pelle
avvelenò le falene in volo
e sospirai l’ultimo inchiostro
per dedicarti un grande poema.

Dallo scoglio io scruto il mare
ti vedo in sella all’orizzonte
sicché ti supplico nuove parole
con le quali odiarti ancora.

  N° 3170 – 12 agosto 2016

                                         Il Custode

martedì 9 agosto 2016

PRIMAVALLE

La mia anima è cenere
oramai preda del vento
mentre io, alla finestra
maschera di ustioni e dolore
mi congedo dalla mia vita
sorseggiando la mia agonia.

In questa notte di aprile
le fiamme insediano il cielo
l’inferno abbandona la tana
quasi voglia raggiungere Dio
io resto in mezzo alla disputa
e divento un tizzone che arde.

I combattenti del popolo
…quale definizione sarcastica
per questi comunisti bastardi
vili ratti protetti dal buio
che con la benzina e la ferocia
hanno dato fuoco ai miei sogni.

Poiché io sono fascista
essi hanno annerito il mio cuore
siccome ebbri di un odio profondo
ed il calore del rogo generato
ha sciolto la loro coscienza
se mai ne ebbero una.

E la puttana, moglie del guitto
offre loro conforto e denari
fuggiranno verso mondi distanti
senza mai pagare la colpa
d’altra parte perché mai punirli
per avere ucciso un uomo e un bambino?

Intanto io, alla finestra
spicco il volo incontro all’oblio
il mio corpo carbonizzato
resta affacciato al davanzale
per un ultimo, sommesso saluto
alle strade della mia infanzia.

  N° 3169 – 9 agosto 2016

                                          Il Custode

lunedì 8 agosto 2016

IL TUO DOLORE

Annuso il tuo dolore
e ha un sapore robusto
che sale il cielo e corrode
le nuvole, persino la luna.

Impregna le mie narici
dopo scivola verso il cuore
io ti vorrei sulla mia mano
per proteggerti…magari amarti.

Eppure io non lo so fare
ed allora manco la presa
io ti chiamo mentre precipiti
nell’oblio della tua solitudine.

Il tuo sguardo bellissimo
è una pugnalata nell’anima
adesso che non riesco a dirti
le parole che vorresti ascoltare.

Nei tuoi occhi, come mature ferite
esplodono le tue cicatrici
tutte le battaglie che hai vissuto
e hai perduto con dignità.

Mi rammarico per le tue lacrime
e silente ti chiedo perdono
se nascosto nella mia codardia
ti ho lasciata morire da sola.

  N° 3168 – 8 agosto 2016

                                         Il Custode

COME L'UNICA DONNA

Come pioggia che scende
placherai la mia sete
nutrirai il mio domani
ed avrai cura di me.

Come un raggio di sole
mi farai rifiorire
ucciderai il mio dolore
con l’amore che dai.

Come un’onda del mare
mi cullerai tra le braccia
darai un senso ai miei giorni
perché ho bisogno di te.

Come io fossi un cieco
tu sarai qui a guidarmi
seguirò il tuo cammino
fino a che tu mi vorrai.

Come l’arcobaleno
mi svelerai la bellezza
racchiusa nel tuo riflesso
il resto è troppo per me.

Come l’unica donna
occuperai i miei pensieri
cancellerai il mio passato
passato senza di te.

Come tu fossi la vita
io ti amo da sempre
e da sempre ti attendo
perché non vedo che te.

Come io fossi cristallo
fragile al tuo cospetto
tu sarai la mia forza
il destino che ho.

Come io fossi un bambino
ascolterò i tuoi racconti
le fiabe che sai narrare
con la dolcezza che hai.

Come tu fossi la vita
mi insegnerai la saggezza
ed io ti amerò sempre
fino a che tu lo vorrai.

  N° 1037 – 8 aprile 2008

                                          Il Custode

venerdì 5 agosto 2016

LA SFIDA DELLA PANTERA

Vieni a prendermi
tu, presuntuoso e ignorante
con quell’arma che stringi
che ti fa pensare invincibile
un Dio modellato di boria.

Nella foresta assai fitta
io mi confondo e ti attendo
il buio è un mio buon alleato
una carezza sopra il mio manto
dipinto di lucido raso notturno.

Io non ti odio
e però voglio vivere ancora
poiché amo questa mia vita
alla quale tu vuoi porre fine
per espormi come un trofeo.

Tra gli alberi, sotto il cielo
tu ti muovi con circospezione
ma non vedi che io ti osservo
in agguato ad una spanna da te
nessuna falce, solo artigli affilati.

Sarai il mio pasto
ed i tuoi resti per le formiche
i denti che volevi come monili
affonderanno nelle tue carni
nel tuo sangue, quale nettare dolce.

Vieni a prendermi
e dimostra di essere un Dio
tu che adesso mi senti e hai paura
io sono qui, la visione tua ultima
prima di incontrare la morte.

  N° 3167 – 5 agosto 2016

                                         Il Custode

LA SMORFIA DI GIOVE

E d’improvviso egli si alzò
scese il suo trono imprecando
poi osservò la vallata distante
e pensò forte, con fare altero
la sua ira, oramai incontrollata
per il suo regno allo sfacelo.

Accampati tra i viali e i sentieri
mortali di ogni razza e ogni credo
che sfuggiti dalle terre selvatiche
facevano scempio di laghi e pianure
accolti da chi, assai stolto, asseriva
che si trattasse di buone creature.

Vestiti di stracci e di malattie
defecavano vomito e sterco
in ogni angolo, dietro ogni cespuglio
sicché egli, in balìa della rabbia
si rammentò che quando era severo
il suo mondo era un paradiso.

Siccome esausto dai crimini umani
radunò gli dei nel palazzo di vetro
ma nessuno pareva avere il coraggio
di scacciare via l’invasore arrogante
allora Giove fece una breve smorfia
e dopo diede fuoco all’Olimpo.

  N° 3166 – 5 agosto 2016

                                            Il Custode

mercoledì 3 agosto 2016

UN VIAGGIO DI HIROMI

Oltre le onde miti e lucenti
dell’oceano silente ed immenso
forse è laggiù che si riposa
quell’amore che le è sfuggito.

Sicché lei lo scrisse d’inchiostro
quel suo desiderio troppo distante
sopra il Tanzaku verde smeraldo
che appese sopra il bambù.

Osservò in fondo al crepuscolo
le stelle in caduta sul mare
tale pareva il fiume del cielo
talmente vasto da attraversare.

E lavorò il cedro e la canapa
per costruire la sua imbarcazione
con la quale oltrepassare la notte
fino a baciare le gote alla luna.

Chissà cosa pensava Hiromi
durante quel suo lungo viaggio
con le lacrime in bilico sulle nuvole
pioggia intensa e poi temporale.

Ma superate le quattro isole
il Giappone rimase alle sue spalle
e pare che l’orizzonte oscuro
appena la vide se ne innamorò.

Nessuno la vide tornare
sulle coste del sol levante
appeso al bambù rimase il Tanzaku
e nell’aria il suo stupendo profumo.

  N° 3165 – 3 agosto 2016

                                           Il Custode

COS'E' L'AMORE?

Piccola cosa astratta
fonte di immenso dolore
gracile fantasia allucinogena
ammaliante e multicolore.

 - Ti ho amato, donna
ma molto spesso
mi domando se tu
hai mai amato me... -

Teneri e dolci quei due ragazzi
mano nella mano
e vita nella vita
dipingono bene il loro amore
ed oggi è così
ma come sarà domani?
Cosa ne sarà del domani?

- Ti ho perdonato, donna
ma troppo spesso
ero solo
anche quando c'eri tu… -

Oggi muoio per amore
sicuramente muoio per niente
perché sebbene
tu mi abbia detto di averci provato
non sei riuscita a farmi capire
cos'è l'amore
non mi hai dimostrato
cos'è, per te, l'amore.

  N° 192 – 3 settembre 1980

                                             Il Custode

martedì 2 agosto 2016

VENERE ED ALTRI PENSIERI

Vorrei vederti, o Venere
danzare dentro i miei occhi
tu, bella in mezzo alle onde
e padrona dei miei pensieri
vorrei vederti e sapere
che sognarti non è mera follia.

Non sono che un misero uomo
ed è alquanto evidente
che per quanto io ti immagini
le immagini restano tali
eppure, nelle mie visioni
il tuo viso sembra essere reale.

Nel cosmo, dove adesso dimori
una scia di stelle insolenti
posano polvere e scaglie di pece
nel rammendo dei tuoi capelli
quale altra dea potrebbe offuscare
la perfezione del tuo portamento?

Vorrei baciarti dopo morire
perché la vita sarebbe un insulto
distante dalle tue labbra
dagli anfratti dei tuoi sospiri
vorrei essere in te ed implodere
e diventare il tuo unico amore.

  N° 3164 – 1 agosto 2016

                                             Il Custode