Hai trascorso
così tante notti
sepolta viva nella tua stanza
che le pareti ed il pavimento
hanno il solco delle tue lacrime.
Il riflesso
della tua solitudine
filtra dai fori delle veneziane
quasi intendesse disintegrare
la tenebra che ti avvolge l’anima.
Nell’armadio,
e non reca a Narnia
e però ti serve quale rifugio
per sfuggire tutte quelle paure
che ti hanno indotta alla disperazione.
Talmente bella
che se fossi all’Olimpo
si inchinerebbe la stessa Afrodite
eppure graviti nel tuo cimitero
dalle emozioni oramai putrefatte.
Tra le
lenzuola il seme e la rosa
quello che resta del tuo ultimo amore
lo hai barattato con la tua ira
che si dissolse quando fu troppo tardi.
Sopra la
lapide che ti custodisce
ancora l’impronta delle tue unghie
tu le hai spezzate tentando di uscire
senza riuscire a varcare la porta.
N° 3081 - 25 febbraio 2016
Il Custode
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