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venerdì 19 febbraio 2016

I MORI ED I BARBARI

Questa gente non mi garba
sicché io riempirò il fossato
ed alzerò il ponte levatoio
affinché i mori ed i barbari
non possano violare il castello
ed infettarmi del loro morbo.

Le mie difese sono robuste
ma costoro, alquanto perseveranti
usano ingegno, seppure selvaggi
per penetrare la mia fortezza
ma con l’olio bollente io li brucio
con i miei arcieri io li decimo.

Sono già pronte le catapulte
nel piazzale retrostante le mura
palle di fuoco adesso saettano
in direzione dell’accampamento
ardono gli arabi come le torce
urla strazianti fendono l’aria.

Pregano un Dio che io abiuro
e vogliono imporlo al mondo intero
non hanno rispetto per le donne
i fanciulli sono merce di scambio
e sono individui pericolosi
assetati di sangue e di violenza.

Nessuno mai li volle respingere
per poi scacciarli sotto le onde
quando costoro con le loro navi
si sono affacciati alle mie coste
ed eccoli pronti, ora, nella vallata
a trucidare tutto il mio popolo.

Questa gente non mi piace
sicché ne farò ossa, dopo polvere
e campi e pianure concimate
dei loro resti fetidi e molli
affinché non abbiano a ritornare
i maledetti mori insieme ai barbari.

  N° 3078 - 19 febbraio 2016

                                                      Il Custode

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