Dove potrei
mai fuggire
mentre i cani e gli umani
paiono volermi stanare
perfino in fondo all’inferno?
Nella brina
della brughiera
io annuso la morte
ed ha un odore forte
che stordisce cuore e polmoni.
Quale reato
avrei commesso?
Quale la colpa imperdonabile
se costoro mi danno la caccia
quasi io fossi una criminale?
Si alza
assieme alla nebbia
il suono cupo del corno
lacera l’aria, sfregia le nuvole
dopo desta un sole assopito.
Adesso il mio
manto rossastro
risalta nell’erba bagnata
dove potrei mai nascondermi
per scampare ai morsi ed al fuoco?
Molto veloci,
in sella ai cavalli
gli umani mi sono addosso
in livrea, come fosse una festa
mentre sono i miei ultimi istanti.
Fra le spighe
della vallata
io ingurgito sogni alla rinfusa
ed hanno la forma astratta
della mia vita ora tenebra e sangue.
N° 3077 - 17 febbraio 2016
Il Custode
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