Io immagino
sorrisi svaniti distante
e parole
oramai senza alcun senso.
E penso
reminiscenze di antichi amori
e ricordi calpestati in un canto
un’anamnesi che reca dolore
cicatrice stretta fra i denti.
Però, quelle
lacrime
progenitrici di un acquitrino
in cui ogni supplica fu vana
sotto il peso dell’odio profondo
non mi seppero tenere a galla.
E mi rassegno
adesso che affondo da solo
con questo mio cuore
a specchiarsi in una pozzanghera.
N° 3075 - 8 febbraio 2016
Il Custode
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