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giovedì 29 dicembre 2016

I DUBBI DI SIOBHAN

Chi di voi l'ha vista passare
la ragazza che uccise il suo tempo?
Che correva dietro alle stelle
e fuggiva il suo pentimento.

La mattina che lasciò l'Europa
dicendo: <<Certo non potrò tornare
ma voi parlate alla mia gente
e dite quanto vi ho saputo amare.>>

Chi di voi le ha mai dato un bacio
non può certo scordare il suo viso
le parole che non ha mai detto
la tristezza nel suo dolce sorriso.

E annegò nella malinconia
di chi non crede proprio a niente
e ricamava il suo dolore
canticchiando dolcemente.

Ora lei ha vent'anni di vita
e sono vent'anni che non ha vissuto
chi di voi la ricorda che piange
mentre chiede un ultimo aiuto?

La ragazza che uccise il suo tempo
e non voleva che accadesse
poi disse: <<Non ne morirò...>>
ma le bugie sono sempre le stesse.

  N° 525 – 28 marzo 1985

                                              Il Custode

                                   

lunedì 26 dicembre 2016

LA MEMORIA E' UN'OMBRA

Ti penso sempre ed ancora
io, perduto nella nebbia
ad inseguire il tuo ricordo
oramai solamente cenere.

Tu, veloce tra gli alberi
dentro il fitto del bosco
sei un sospiro e sei profumo
nulla che mi appartenga.

D’improvviso squarcia il cielo
un rumore che pare mannaia
adesso il canto del fagiano
taglia il freddo dell’inverno.



Ma le pietre scagliate al fiume
sono libellule in picchiata
pochi salti sopra le acque
dopo muoiono sul fondale.

Da qualche parte, il sole pallido
pare avere trovato un pertugio
e mentre accarezza le foglie
fa brillare le gocce di brina.

Io ti chiamo con il pensiero
la voce l’ho persa nell’implorarti
ma la tua memoria è un’ombra
sperare di rivederti, un’utopia.

  N° 3225 – 25 dicembre 2016

                                                    Il Custode

giovedì 22 dicembre 2016

INVENTO

Invento
un amore insolente
che trascinato dal vento
si impiglia alle tue labbra
dopo tramuta in un bacio.

E sogno
in bilico sopra il tuo viso
sulla tua bellezza sublime
che prima d’ora, i miei occhi
avevano mai assaporato.

Infine ti amo
adesso che il tuo nome
ricorre nella mia mente
ed io lo stringo nell’anima
perché sono folle di te.

  N° 3224 – 22 dicembre 2016

                                                      Il Custode

mercoledì 21 dicembre 2016

IO, DALLA BUCA

Io, dalla buca, mi sporgo
e sbircio oltre le zolle
lassù la gente impreca
e muore senza dignità alcuna.

Passa un verme e si inchina
io lo saluto, lo adulo
lo stolto non ha ancora capito
che sarà il mio prossimo pasto.

Osservo con circospezione
e soppeso ogni mio pensiero
per non essere di nuovo preda
dell’amore o dell’odio.

Io adoro la notte che scende
e reca con sé le tenebre
e si attenua il brusio della vita
si esaltano i suoni della natura.

Si ferma un ragno e mi squadra
non credo voglia fidarsi di me
io lo derido, lo insulto
ma pare che a lui non importi.

Io, dalla buca, mi annoio
sicché conto le lune e le stelle
poiché, da quando sono immortale
attendo soltanto la fine dei tempi.

  N° 3223 – 21 dicembre 2016

                                                   Il Custode

martedì 13 dicembre 2016

L'AMORE FEROCE

Fu un amore feroce
fatto di sangue e lamette
di crepacci sopra i polsi
e rabbia negli occhi marmotta
e negli anfratti dell’anima
stalattiti che si scioglievano.

Bella dalle labbra roventi
come fiume di magma infernale
e benché io fossi un demone
avevo timore a baciare
e con la lingua sopra i capezzoli
imparavo estasi e oblio.

Malvagio lo ero per lignaggio
sicché quel suo antico dolore
divenne per me istigazione
e per lei un piacere profondo
e con i suoi tagli e le lacrime
mi iniziava al libidinoso peccato.

Lenzuola come il nero oceano
dove affondavo il rimpianto
noi, chiusi nelle sue segrete
ed il mondo pareva distante
il cielo era un vecchio mantello
che soffocava la luna.

Ma le rughe ed i ricordi
solcarono la mia follia
ed io rammentai d’essere libero
e nudo al cospetto della sua ira
ecco perché afferrai il pugnale
e trafissi il suo cuore di ghiaccio.

  N° 3222 – 13 dicembre 2016

                                                     Il Custode

lunedì 12 dicembre 2016

MI MANCHI TANTO DA ODIARTI

La pianura e l’azzurro
dove i grilli tacevano
e l’amore che io pensavo
restava chiuso negli occhi
mentre fra le mie mani
tenevo il tuo esile corpo.

Ed era freddo davvero
ma il tuo bellissimo viso
pareva più caldo del sole
perfetto quanto la luna piena
ed io non sognavo altro
che averti per molti secoli.

Ed io ricordo ancora
la fragranza della brina
che tingeva i fili dell’erba
le tue labbra meravigliose
che solcavo con le mie dita
sulle sponde del grande lago.

E però è tutto finito
tra i sentieri ed i canali
sicché tu mi manchi
e mi manchi tanto da odiarti
adesso che il cuore arranca
ed è un carillon sotto le onde.

  N° 3221 – 12 dicembre 2016

                                                   Il Custode

mercoledì 7 dicembre 2016

UN GELIDO ADDIO

Eppure
il cielo è terso
e l’aria e la salsedine
in questo fine d’autunno
sembrano essere miti.

Volano alti, i gabbiani
e tracciano solchi asimmetrici
nel cielo che s’era assopito
dopo planano rapidi
ad accarezzare le onde.

Io osservo l’orizzonte
chiuso dentro i miei occhi
mi è talmente vicino
che posso quasi toccarlo
fino a cancellarne il profilo.

Tu sei laggiù
o forse sei oltre ancora
e però non mi importa
di quell’amore che fosti
di quello che mai diventasti.

Annuso il silenzio
il mare al di là degli scogli
e ti dimentico
d’altronde non sei stata altro
che uno stupido, gelido addio.

  N° 3220 – 7 dicembre 2016

                                                    Il Custode

venerdì 2 dicembre 2016

L'OSCURITA' DENTRO DI ME

Sicché io la attraversai
quella notte profonda
che circuì i miei occhi
e plagiò ogni pensiero.

Assuefatto al delirio
incatenai la nuda anima
alla fragranza inebriante
del sangue sulle mie mani.

E dispensai la morte
scintilla di eternità
che non riconobbe passato
e non prevedeva futuro.

L’oscurità dentro di me
ed io diventai assassino
ma la morte, l’immane dolore
mi trasformarono in Dio.

  N° 3219 – 2 dicembre 2016

                                                 Il Custode

lunedì 28 novembre 2016

IL TEMPO

Io non lo so
sono qui e non rammento
da quanti anni
oppure da quanti secoli
ma cammino la terra
di sangue ancora umido
mentre la mia anima affonda
in fondo alle sabbie mobili.

In fondo alle sabbie mobili
la eco del mio cuore è tuono
il suo battito talmente violento
smuove l’argilla e le radici
ed io sento l’odore
persistente dentro le narici
dei miei ultimi pensieri
oramai in putrefazione.

Oramai in putrefazione
è questa luna distante
che tenta di scavare una buca
dalla quale io potrei risalire
e tornare ad annusare la notte
ricominciare a divorare le stelle
giacché creatura folle ed affamata
io sono inebriato dalla violenza.

Io sono inebriato dalla violenza
sicché non riesco a quietarmi
e da molti anni
finanche da troppi secoli
la mia clessidra si è fermata
e però, da persona paziente
io attendo, e non so che cosa
d’altronde non mi manca il tempo.

  N° 3218 – 28 novembre 2016

                                                      Il Custode

mercoledì 23 novembre 2016

ERO LIBERO

Io ero libero
pronto ad affrontare la notte
e dopo ferirmi le vene
dentro il buio profondo
e come un folle, un idiota
ridere sotto i lampioni.

Poi tu arrivasti
con il tuo viso perfetto
nel mezzo due occhi felini
presuntuosi dentro il mio sguardo
e labbra talmente affilate
da frantumarmi le ali.

Osservavo il cielo
e dicevo una supplica muta
ma il tuo amore di canapa
stringeva forte il mio cuore
che nemmeno i miei denti aguzzi
seppero tranciare le funi.

Sicché ti ho maledetta
e tu hai maledetto me
allora io mi sono nascosto
tra le vibrisse di un gatto
ma la cacosmia del mio odio
fece sì che tu mi trovassi.

E mi sono ucciso
con il vino e con l’aceto
annegato nelle mie bestemmie
adesso sono cieco e silente
distante dalle tue menzogne
ciononostante il tuo amore mi manca.

  N° 3217 – 23 novembre 2016

                                                       Il custode

COME UN'AQUILA

Come un'aquila
sto volando nel cielo
forse perché quaggiù
non troverò niente di vero...

Poesie sdolcinate
frasi ripetute
un mistero inquietante
per chi le ha tante ascoltate.

Chi mi disse: <<Ti amo…>>
ma poi un giorno confuso
se n'è andato lontano
dopo avermi deluso.

Un'angoscia oramai nata
partorita dal niente
che ha trovato una casa
nel profondo della mia mente.

Sto cercando qualcosa
che mi faccia cambiare
ma mi volto ansimante
e non so dove andare.

Ipocrisie nei falsi sorrisi
e lei non è al mio fianco
mentre io, vigliaccamente
sto nascondendo il mio pianto.

Con rabbia e dolore
la mia mente va lontano
e sornioni piaceri
nel mio gioco di mano.

Ho bussato alla porta
della cieca fortuna
ma dopo tanto aspettare
ho trovato nessuna.

Chi mi dice: <<Coraggio
la vita è imprevedibile…>>
ma nessuno sa dirmi
qualcosa di credibile.

E poi giunge la fine
quando continuare a sperare
sembra troppo sciocco
e mi devo rassegnare...

...Come un'aquila
sto volando nel cielo
volo lontano perché quaggiù
non troverò niente di vero.

  N° 134 – 7 marzo 1980

                                         Il Custode

sabato 19 novembre 2016

L'AMORE RACCONTA MENZOGNE

L’ultima cosa lei che vide
fu una luna gigante
che come un’equilibrista
stava in bilico in mezzo al cielo
a guardare i gatti passare.

Ed ancora gocce di pioggia
ballerine alla danza del cigno
nude, in fondo alla notte
per compiacere l’asfalto
che le accoglieva nel grembo.

Infine lampioni silenti
come sentinelle di ghisa
ad aspettare oltre le tenebre
un solo borbottio del vento
prima di chetarsi e dormire.

Ma non scorse alcuna speranza
e scrisse quale commiato:
<<L’amore racconta menzogne
e le menzogne, si sa
hanno un cattivo sapore…>>

  N° 3216 – 19 novembre 2016

                                              Il Custode

LEI E' PASSATA

Eppure è stato un istante
come un soffio di vento gelido
che ha trovato un pertugio
una crepa tra le pareti dell’anima.

Io ho sentito un lieve dolore
ed il respiro che mi è mancato
ma lei è passata e svanita
distante dai miei ricordi.

Il cielo si è fatto plumbeo
mai visto un colore migliore
riflette ciò che il mio cuore
dipinge sopra i miei pensieri.

Ma mitigherà la tempesta
agli argini dei miei occhi spenti
lei è passata in silenzio
e non rammento di averla vissuta.

  N° 3215 – 18 novembre 2016

                                                       Il Custode

mercoledì 16 novembre 2016

L'UOMO DEGLI ABISSI

L’acqua è il mio elemento
e dove le tenebre regnano
io spreco intensi sorrisi
piango lacrime di onde gelide
l’acqua è il mio elemento
il posto migliore per vivere.

Oltre gli antichi relitti
soltanto una flebile luce
è il sole che non si rassegna
ad essere sgradito ospite
oltre gli antichi relitti
ci sono leggende e martirii.

Col sangue sulle mie dita
io scrivo poesie maledette
sulla sabbia, sopra il fondale
e sul dorso delle conchiglie
col sangue sulle mie dita
io disseto adolescenti murene.

I cadaveri delle balene
consumano nella salsedine
nutrono pesci, un tempo vittime
delle loro mastodontiche fauci
i cadaveri delle balene…
quale privilegio morire d’oceano.

Negli abissi non mi manca nulla
né lo squalo che insegue il delfino
o la sirena che danza sinuosa
un’odalisca sfuggita ad Atlantide
negli abissi non mi manca nulla
eppure mi sento davvero solo.

  N° 3214 – 15 novembre 2016

                                                     Il Custode

domenica 13 novembre 2016

TRAMONTO DELL'AVVENIRE

Con passo deciso marciamo
intanto cianciamo canzoni
sulla pianura popolata da grilli
verso le città in rivolta.

Noi, democratici e liberi
di denigrare ed offendere
chiunque abbia un’altra ideologia
chiunque viva la propria esistenza.

Costruiamo una civiltà globale
fatta di crimini e di prevaricazione
con la falce che miete il grano
e chiunque non è al nostro fianco.

Col martello battiamo il ferro
ed il capo dei nostri antagonisti
noi, comunisti ed arroganti
dispensatori di odio e menzogna.

Paladini di un solo pensiero
non amiamo il contraddittorio
ed useremo i giudici e gli stupidi
per fermare chiunque mostri dissenso.

Con passo deciso avanziamo
come un’onda verso la spiaggia
mentre all’orizzonte già arde
il tramonto dell’avvenire.

  N° 3213 – 13 novembre 2016

                                                     Il Custode

lunedì 7 novembre 2016

SPIGHE DI GRANO

Quello che mi manca di te
è ogni singolo istante
che non accadde mai
nel silenzio che giunse
sulle ali del vento tiepido
dopo scese a posarsi
sopra le spighe di grano.

Ed oggi io sento ancora
le grida e le bestemmie
del treno sulle rotaie
mentre Carpi si allontanava
e tu diventavi minuscola
macchia oscura di gelido addio
incastrata nella mia anima.

  N° 3212 – 7 novembre 2016

                                                     Il Custode

venerdì 4 novembre 2016

LA TERRA PROMESSA

In principio, io mi ricordo
che camminavo carponi
dopo mi sono alzato
ed ho osservato il tramonto
il suo colore di ruggine
sembrava rancido sangue.

Ho visto persone e animali
calpestare il terreno ai miei piedi
ma i boschi e le pianure
mi appartenevano di diritto
e con le armi e la crudeltà
ho dilaniato chiunque incontravo.

Ho sentito il vento soffiare
ed aveva l’odore della salsedine
nel grembo recava le voci
e i canti di civiltà lontane
allora ho solcato le acque
per imparare chi essi fossero.

Sopra la tolda del bastimento
io ero il tuono ed ero il lampo
l’apocalisse pronta a ghermire
i primitivi ed i selvaggi
che sbalorditi dalla mia luce
non ebbero il tempo di trovare riparo.

Verso le mie radici perdute
dovunque io le avessi lasciate
seppure non era che il pretesto
per continuare a mietere vittime
e provare l’inebriante sapore
di essere un Dio ed essere un demone.

Adesso io siedo sul trono
e mi compiaccio del paesaggio di morte
intanto medito un nuovo viaggio
alla ricerca di nuove carneficine
per essere l’unico ed essere il solo
ad abitare la terra promessa.

  N° 3211 – 4 novembre 2016

                                                    Il Custode