L’ultima cosa
lei che vide
fu una luna gigante
che come un’equilibrista
stava in bilico in mezzo al cielo
a guardare i gatti passare.
Ed ancora
gocce di pioggia
ballerine alla danza del cigno
nude, in fondo alla notte
per compiacere l’asfalto
che le accoglieva nel grembo.
Infine lampioni
silenti
come sentinelle di ghisa
ad aspettare oltre le tenebre
un solo borbottio del vento
prima di chetarsi e dormire.
Ma non scorse
alcuna speranza
e scrisse quale commiato:
<<L’amore racconta menzogne
e le menzogne, si sa
hanno un cattivo sapore…>>
N°
3216 – 19 novembre 2016
Il Custode
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