Io, dalla
buca, mi sporgo
e sbircio oltre le zolle
lassù la gente impreca
e muore senza dignità alcuna.
Passa un verme
e si inchina
io lo saluto, lo adulo
lo stolto non ha ancora capito
che sarà il mio prossimo pasto.
Osservo con
circospezione
e soppeso ogni mio pensiero
per non essere di nuovo preda
dell’amore o dell’odio.
Io adoro la
notte che scende
e reca con sé le tenebre
e si attenua il brusio della vita
si esaltano i suoni della natura.
Si ferma un
ragno e mi squadra
non credo voglia fidarsi di me
io lo derido, lo insulto
ma pare che a lui non importi.
Io, dalla
buca, mi annoio
sicché conto le lune e le stelle
poiché, da quando sono immortale
attendo soltanto la fine dei tempi.
N°
3223 – 21 dicembre 2016
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