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domenica 4 gennaio 2015

L'AMORE PROFANO

Ho gli inferi dentro la mente
e vortici di confuso oblio
l’anima è spersa nel limbo
a pochi passi dal baratro.

E prego, sebbene non basti
un Dio che più non m’ascolta
il cuore mi duole ogni istante
al solo pensiero di te.

Tu, in prima fila da sempre
sulle panche oltre l’altare
ogni volta che io recito messa
ogni volta che io salgo il pulpito.

Io sono un servo del Signore
comunque pur sempre un uomo
e a costo di sembrare blasfemo
tu mi appari siccome la Madonna.

La tua bellezza mi tenta
e non è sufficiente il cilicio
per scacciarti dai miei pensieri
quasi che tu fossi il demonio.

Nella penombra della mia stanza
io immagino il tuo corpo nudo
io mi abbevero sui tuoi capezzoli
mi sfamo del tuo basso ventre.

Sicché scende giù la mia mano
a trovare fra le mie gambe
la bestia impura e satanica
che afferra, accarezza e poi agita.

Schizza via, infine, il mio seme
sputato dalla carne ignobile
io chiedo pietà al cielo intero
per questa mia malsana pazzia.

Io sono un servo del Signore
eppure Egli mi ha abbandonato
dacché il tuo amore profano
è giunto a me per circuirmi.

Tu, in prima fila da sempre
dentro il mio debole sguardo
io ti venero e ti maledico
e non so fare a meno di te.

  N° 2840 - 4 gennaio 2015

                                                     Il Custode

                                                    

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