La mia pelle
si sfalda
e diventa materia biancastra
io striscio sotto le foglie
quasi io fossi un serpente
striscio, mi graffio ed impreco
disteso sopra il terriccio gelido.
E nudo da
sembrare un verme
io vado alla ricerca di cibo
le unghie intrise di sangue
mi servono per avanzare
dove mi conduce l’olfatto
laddove mi porta la fame.
Da qualche
parte, nel bosco
manco io fossi una talpa
ricordo di avere scavato
una buca profonda ed oscura
nella quale disperdere il lezzo
del tuo corpo in putrefazione.
Sopra un filo
di bava sottile
io scendo come fossi un ragno
e brillano i raggi della luna
ad illuminarmi il percorso
sicché intravvedo i tuoi occhi
due gemme posate sul fondo.
Affondano i
miei denti marci
dentro i tuoi miseri resti
nemmeno io fossi un lupo
a digiuno da molti secoli
io mi rammento quel tuo sapore
di amore mescolato a bugia.
Le stelle
diventano lucciole
in circolo attorno al tuo viso
io ti vedo, sei bella e mi pento
piango lacrime e sputo uragani
che riempiono presto la buca
io vi annego come fossi una formica.
Un ultimo
bacio ai tuoi seni
mentre quasi io fossi una lucertola
io sparisco dentro il tuo cuore
che tace tutte le sue menzogne
che mi resero folle e bastardo
la ragione della mia metamorfosi.
N° 2844 - 15 gennaio 2015
Il Custode
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