La notte è un’immensa
distesa
sulla quale io poso i miei sogni
e le stelle, come fossero lucciole
danzano dopo mi fanno moine
la notte è tutto ciò che desidero
per dormire il mio sonno profondo.
Un cantico
alla luna nascente
talmente bella da perdere il senno
ed i lupi, persino i pipistrelli
infine i gatti tentano di carezzarla
un cantico dal carillon dell’anima
tutto il resto è soltanto rumore.
Le speranze
sul dorso del vento
sono semi che spargo alle tenebre
se solo mi nascesse un sorriso
lo chiuderei in un’arbanella viola
le speranze sul fondo del mare
sono pasto di coralli e di squali.
Si inchinano i
fusti degli alberi
riverenti verso il cielo di pece
ma le fronde annusano l’aria
che emana un afrodisiaco profumo
si inchinano come astri alla deriva
i rammendi delle mie lacrime.
Sicché io
vivrei qui ogni istante
in bilico in questo scorcio di oblio
a raccontare fiabe alla solitudine
dove la mia ombra sta sbadigliando
sicché io vivrei qui in eterno
se davvero fosse questa la vita.
N° 2838 - 1 gennaio 2015
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento