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mercoledì 27 marzo 2024

UN MATTO

Era soltanto un matto
uno dallo sguardo assente
ma quando il vento soffiava
spalancava le braccia
convinto di potere volare.
 
Aveva nella sua mente
uno scrigno fatto di sabbia
dentro vi conservava i ricordi
ma avendone smarrita la chiave
non riusciva più a ricordarli.
 
Chiuso nella sua prigione
subiva percosse e umiliazioni
i carcerieri con le catene
fingevano di essere angeli
ma lo colpivano fin dentro l’anima.
 


Non piangeva mai
alcune volte faceva dei versi
che solo lui comprendeva
sembrava chiamasse una vita
che non aveva mai immaginato.
 
Poi tacque
accadde quasi all’improvviso
che il cuore perse equilibrio
e cadde, e si frantumò al suolo
dove nessuno riuscì a ricomporlo.

  N° 5143 - 27 marzo 2024

                                             Il Custode

FAME

Vieni e spogliati
‘ché ho fame d’averti
perdermi
senza più ritornare
negli anfratti di te.
 
Tu mi fai sangue
induci la mia mente
all’eterna perdizione
sicché voglio peccare
io pretendo di goderti.
 


Nessuna e mai più
dimora nei miei sogni
vieni ed amami
io ho musica da comporre
sulla tua morbida pelle.
 
Per sempre
se l’eterno fosse possibile
ho un sentiero da mostrarti
che conduce ogni volta
a un amore sempre nuovo.

  N° 5142 - 22 marzo 2024

                                           Il Custode

mercoledì 20 marzo 2024

PAURA!

Il buio è ovunque ti volti
tu come pensi di vedermi?
Puoi solo sentire i miei passi
strisciare nella tua direzione.
 
Io annuso il tuo sudore
che mi condurrà alla tua carne
appagherai la mia fame di te
disseterai la mia sete di sangue.
 
È meravigliosa la tua paura
una scarica intensa di adrenalina
che colpisce e risveglia i miei sensi
di creatura quasi in putrefazione.
 


Le strade vuote della città
sono teatro della tua tragedia
ti sei addentrato in un vicolo cieco
tu come speri di sfuggirmi?
 
Hai tempo per maledire la luna
che si è allontanata verso mete distanti
se avesse illuminato la notte
avresti forse trovato una via di fuga.
 
Il mio odore ti svela che sono vicino
ad una spanna dal tuo corpo caldo
io finalmente ti posso addentare
la tua morte ha uno squisito sapore.

  N° 5141 - 20 marzo 2024

                                            Il Custode

martedì 19 marzo 2024

PROFONDITA' D'AMORE

Ti osservo l’anima
è disegnata là
dentro il tuo sguardo
e possiede le sfumature
d’un viaggio dall’unica meta.
 
Vedo la profondità
d’un mare di screziati coralli
dove riposano i relitti
delle epoche attraversate
alla ricerca della tua voce.
 


Esausto, io mi riposo
ed i tuoi seni mi accolgono
mi ci smarrisco
ma non mi importa
è là che intendo svernare.
 
Ho combattuto la vita
alcune volte ho vinto
altre ancora ho perduto
ma adesso che sei nel mio cuore
comprendo che ne valse la pena.

  N° 5140 - 19 marzo 2024

                                           Il Custode

L'ANIMA AL DIAVOLO

Ho svenduto l’anima al diavolo
per una misera oncia di polvere
che mi avrebbe fatto sognare
sogni che parevano giusti da vivere.
 
Disperso in mezzo alle ombre
io non riuscivo più a pensare
‘ché il fuoco nelle mie vene
bruciava più del primo amore.
 
La vita, questa disconosciuta
si presentò al mio capezzale
ed io che ero infermo di mente
la barattai con un po’ di poesia.
 


Un rifiuto abbandonato di notte
in balìa dei gatti curiosi
oltre il tunnel c’era la luce, si disse
però io non vedevo che tenebre.
 
Adesso che non ho più l’anima
io mi sento un uomo migliore
un involucro senza alcun sentimento
ma che di riflesso non soffre più.

  N° 5139 - 16 marzo 2024

                                           Il Custode

TIENIMI DENTRO

Tienimi dentro, amore
nel tepore della tua vulva
fino a che la mia verga
avrà dignità e desiderio
da sfogare fra le tue cosce.
 
Frattanto io stringo i tuoi seni
morbidi, che sanno di mare
chi mai progettò l’Eden
avrà pensato ai tuoi capezzoli
come all’aureola dei martiri.
 


Cosa importa se sono venuto
io mi riposo alcuni momenti
dentro di te mi sento appagato
e mi fermo, come una serpe
che fa la tana durante l’inverno.

  N° 5138 - 15 marzo 2024

                                             Il Custode

CHIUDO LA FINESTRA

Chiudo la finestra
ai pensieri che sfuggono
dopo preparo un caffè
per la falena e per me.
 
La lampadina mi culla
oscilla sui miei ricordi
sprazzi di tenebra e luce
e la mia vista è confusa.
 
Là, sopra il letto disfatto
si inseguono acari e lacrime
e sul mio cuscino rimane
un frammento dell’ultimo sogno.
 


Che ne sarà del mio cuore
adesso che è cieco e solo?
Ma né l’oracolo, né lo sciamano
conoscono qual è la risposta.
 
Sicché mi appoggio ai vetri
tra i cadaveri dei moscerini
probabilmente uno di essi
stringe fra i denti la mia anima.
 
Mi addormento sopra il parquet
da dove sento le tarme cianciare
parole d’amore lette sui libri
e che a me non importano più.

  N° 5137 - 14 marzo 2024

                                             Il Custode

martedì 12 marzo 2024

L'ARMATURA DEL RE

Avvenne durante la notte
fra i sospiri dei demoni
che nella valle
e in cima ai monti
piombò una maledizione.
 
Il re, un tempo guerriero
scese nell’armeria
scelse con cura la balestra
e lucidò la sua spada
infine indossò l’armatura.
 
Radunate le proprie truppe
al centro del villaggio assopito
parlò con parole di fiamma
dopo guardò la sua gente
con uno sguardo di malinconia.
 
All’alba del nuovo giorno
ebbe inizio la cruenta battaglia
contro gli orchi e le arpie
contro i trolls veloci e spietati
tutti attratti dalla carneficina.
 
Cadevano come le foglie
i soldati e anche i cavalli
‘ché la confusione era tanta
ed i draghi con il loro fuoco
colpivano ombre alla rinfusa.

 
Dalle feritoie e sui camminatoi
finanche tra i merli del castello
assistevano con trepidazione
le donne, gli anziani e i bambini
pregando i loro dei pagani.
 
Ovunque erano cadaveri e sangue
riversi a tingere i gigli
con la spada e con la balestra
uccideva senza stancarsi
Il sovrano che pareva immortale.
 
Il nemico si diede alla fuga
decimato e oramai sfiancato
e le tenebre che diradavano
mostravano uno sfondo spettrale
di morti e di moribondi.
 
Cenere e piante carbonizzate
fino ai piedi delle colline
tra la eco di agonizzanti lamenti
però adesso l’intero reame
poteva ritornare a respirare la vita.
 
Ma la vittoria fu amara
poiché fra le decine di corpi
per una freccia o forse un artiglio
giaceva sepolta dal fango
persino l’armatura del re.

  N° 5136 - 12 marzo 2024

                                               Il Custode

GIOVANI CREATURE

Vivono nel bosco di pietra
tra fiori di canapa e menta
ed attirano viandanti e beghine
che divorano nelle grotte di tufo.
 
Sono giovani, sinistre creature
abbandonate giusto alla nascita
da madri che le partorirono
fra i tavoli di un chiassoso bordello.
 
Assetate di sangue e di assenzio
si specchiano nel lago di pece
si vestono fra piante di gesso
come andassero ad un ricevimento.
 


Ne cantano l’immensa ferocia
i menestrelli della vicina contea
persino gli orchi, finanche i demoni
non osano sfidarle a singolar tenzone.
 
Sono giovani, impietose creature
con i monili fatti di ossa e di denti
e nessuno sa stabilirne l’età
e nessuno mai ne è sopravvissuto.

  N° 5135 - 12 marzo 2024

                                            Il Custode

GRIDA PIU' FORTE

Grida più forte
come una farfalla impigliata
sopra la tela del ragno
quasi a invocare il vento
che salga su dalle onde
per portarti fino alla riva.
 
‘ché hai racconti negli occhi
simili a leggende imparate
ai tempi dell’inquisizione
e tu, seduta oltre le nuvole
vedevi il tuo corpo di cenere
perdersi fra sguardi di idioti.
 


Grida come se stessi morendo
con un torrente di sangue
che scivola via dalle tue labbra
come se nell’ultimo cielo
hai spiegato le ali alla notte
di cera, simili a quelle di Icaro.
 
Parole che tu non sai dire
e sussurri rubati al silenzio
‘ché è dolce il viaggio che inizi
e tu non ne conosci la fine
tu non ne conosci la meta
ma è così la tua intera esistenza.

  N° 5134 - 11 marzo 2024

                                             Il Custode

VEDO

Io vedo
i morti camminare
persi dentro il loro oblio
senza pensieri da pensare.
 
Erano anime
chiuse dentro un involucro
la loro voce è un sibilo
freddo quanto la tramontana.
 
Sguardi perduti
sopra uno schermo che luccica
quanto una spirale ipnotica
che incatena le loro menti.
 


Sembrano vivi
ma sono quello che resta
di esseri un tempo senzienti
adesso vuoti come le marionette.
 
Buona morte
non posso augurare loro altro
piuttosto che essi ciondolino
in un’esistenza di sola inerzia.

  N° 5133 - 11 marzo 2024

                                            Il Custode

CITTA' NELLA PIOGGIA

…Che poi pareva poetico
camminare scalzi
sopra la sabbia bagnata
dalla tiepida pioggia autunnale
occhi negli occhi
e silenzi da raccontare.
 
Giovani quel che bastava
per avere rimpianti o ricordi
solamente un’adolescente follia
che mescolavamo ai sogni
sperando che germogliasse
la volontà di restare insieme.
 
All’orizzonte sul mare
cianciavano loquaci gabbiani
e più avanti, lungo il lungomare
la gente cercava riparo
sicché non rimase nessuno
se non la nostra voglia d’amore.
 


Era inutile fare progetti
eppure noi li facemmo
senza sapere che il tempo
ci sarebbe sfuggito di mano
per trasformarci in due ombre
smarrite nei propri astratti cammini.
 
E però non importa più
il passato è una foglia che plana
sullo sbuffo della tramontana
scesa dai monti della città
ed io vorrei ricordarmi di te
ma nemmeno rammento il mio nome.

  N° 5132 - 8 marzo 2024

                                             Il Custode

FORSE...

Forse un capriccio del cuore
oppure
il completamento di un viaggio
eppure, io credo
che noi ci meritassimo
allora ti tendo il mio amore
e attendo
di stringere a me il tuo
per molti sogni
per poche parole
ma per tutto il tempo
che il tempo avrà stabilito.


  N° 5131 - 6 marzo 2024

                                            Il Custode

INTRECCIO

Un intreccio di sguardi
che dicono silenti parole
che pure planano l’aria
ed esprimono una tale passione
capace di incidere l’anima.
 
Le mani, come radici d’albero
avvolgono tutta la tua pelle
io ho ancora un vago ricordo
dell’estasi di cui parlò l’oracolo
e che trovo nel tuo profumo.
 


E t’amo come io non sapevo
ma adesso io amo dirtelo
mentre ti stringo
frattanto che ti annuso
come tu fossi una notte d’estate.
 
Sicché nell’intreccio di sguardi
c’è un intero poema d’amore
è scritto di pioggia e di tempesta
e di un sole che carezza le onde
con la luce del tuo sorriso. 

  N° 5130 - 4 marzo 2024

                                            Il Custode

QUANDO INCONTRAI IL DEMONIO

La riva del fiume
ma per quanto io attesi
non vidi passare
il cadavere del mio nemico.
 
Distratto dalla melodia
dello scrosciare dell’acqua
scordai di voltarmi a guardare
il fuoco alle mie spalle.
 
Bruciava la pianura
ed in essa, coleotteri e formiche
l’odore acre dello zolfo
ammorbava il paesaggio.
 
E l’ombra era maestosa
da coprire l’intero orizzonte
non capivo cosa provare
né quale pensiero pensare.
 


Sicché attraversai le fiamme
braci ardenti sotti i piedi
ma non provai alcun dolore
nessuna pustola, né secrezione.
 
Fino in fondo a quel sentiero
che io non sapevo
io nemmeno immaginavo
dove mai mi avrebbe condotto.
 
Fu così che si presentò
il demonio dallo sguardo perduto
fra le labbra stringeva il destino
che io non ricordavo di avere.
 
Al riparo fra le sue ali
ritrovai frammenti della mia anima
ed io compresi qual era il futuro
mentre il passato non fu che utopia.

  N° 5129 - 1° marzo 2024

                                             Il Custode