Danza riflessa
sul muro
la fiamma di una candela
dalla quale si innalza il fumo
che va a carezzare il soffitto
ed intanto filtra dai vetri
il raggio di una timida luna
premurosa nel suo dormiveglia
ad accudire le stelle del cielo.
E quell’ombra
sulla parete
laddove io poggio il mio cuore
ha la forma del tuo profilo
il profumo della tua pelle
sicché dentro questo crepuscolo
io avverto la tua presenza
ed alla luce che va scemando
posso almeno e comunque sognarti.
Adesso siedo
alla mia tavola
davanti ad un bicchiere di vino
che resta pieno solo a metà
ed il resto si riempie di lacrime
nel frattempo io osservo la porta
al di là c’è un totale silenzio
tace il vento tra gli alberi
tacciono i passi sopra le scale.
Si formano
rughe profonde
sopra queste mie mani stanche
e ragnatele sempre più vaste
modellate da ragni pazienti
io non rammento da quanti secoli
attendo di vederti tornare
so che da quando ti ho persa
la mia anima si è fatta cieca.
Ho sempre il bastone
al mio fianco
per percuotere i miei pensieri
affinché non debbano mai
smettere di continuare a pensarti
ma tenere in riserbo il tuo viso
dentro il mio sguardo morente
perché nessuna che non sia tu
possa mai oltrepassare la soglia.
N° 2357 - 26 dicembre 2012
Il Custode
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