Io ti amo
quanto non lo credevo
ecco perché ti imprigiono
nella gabbia delle mie paure
nell’antro della mia pazzia.
Tu vorresti
volare
ma ti è precluso quel cielo
che il mio amore malato
ha reso plumbeo ed oscuro
il giusto sfondo per il mio delirio.
Ti lascerò
vivere
perché se tu dovessi morire
non saprei chi flagellare
a causa della mia mente contorta
in virtù della mia insicurezza.
Un folle
burattinaio
solamente questo io sono
sicché annientarti è estasi
che nutre il mio profondo ego
ed accresce la mia autostima.
Io ti amo
quanto tu non comprendi
e ti tengo occultata al mondo
a chiunque potrebbe tentarti
e ricondurmi alla mia solitudine.
N° 3247 - 27 febbraio 2017
Il Custode
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