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martedì 28 febbraio 2017

SOGNI E MENZOGNE

Dentro il suo antro
l’umidità delle lacrime
e il solo flebile tocco
di una luna indiscreta.

E lei, nella penombra
seduta all’arcolaio
con l’ago e con lo spago
ricamò sogni e menzogne.

Nera quanto la notte
bellissima seppure mendace
tanto che nemmeno il vento
violò il suo nascondiglio.

Scrittrice, e nel suo diario
parole rubate nell’ombra
ad una figura sul muro
che non le parlava da secoli.

Ricordi, forse rimpianti
sciolti nel nucleo dell’odio
e lei, nella solitudine
saccheggiò antiche romanze.

Un’anima spersa
in un labirinto di falsità
tanto che nemmeno il demonio
la volle alla sua corte.

  N° 3248 - 28 febbraio 2017

                                                Il Custode

lunedì 27 febbraio 2017

DEL MALATO AMORE

Io ti amo
quanto non lo credevo
ecco perché ti imprigiono
nella gabbia delle mie paure
nell’antro della mia pazzia.

Tu vorresti volare
ma ti è precluso quel cielo
che il mio amore malato
ha reso plumbeo ed oscuro
il giusto sfondo per il mio delirio.

Ti lascerò vivere
perché se tu dovessi morire
non saprei chi flagellare
a causa della mia mente contorta
in virtù della mia insicurezza.

Un folle burattinaio
solamente questo io sono
sicché annientarti è estasi
che nutre il mio profondo ego
ed accresce la mia autostima.

Io ti amo
quanto tu non comprendi
e ti tengo occultata al mondo
a chiunque potrebbe tentarti
e ricondurmi alla mia solitudine.

  N° 3247 - 27 febbraio 2017

                                               Il Custode

giovedì 23 febbraio 2017

UN AMORE ASSOLUTO

Che fu un amore assoluto
diventò verità sacrosanta
e tramandata dai posteri
tramutò in antica leggenda
da narrare nelle notti di pioggia.

E le streghe, intorno al fuoco
giusto al centro della foresta
lo cantarono verso la luna
ahimé impegnata a chetare i lupi
sulla vetta del promontorio.

Di nascosto, da dietro i vetri
le fanciulle nelle loro case
osservarono i giochi di luce
nel palcoscenico del cielo scuro
dove le stelle erano ballerine.

Ed i demoni, persino gli angeli
abbandonati astio ed acredine
e l’odore stantio della stupidità
disegnarono sul filo delle maree
quella passione che non ebbe eguali.

E però, con il passare dei secoli
nessuno seppe che cosa accadde
ma le giovani fate, finanche gli orchi
ancora attendono quell’amore assoluto
oramai soltanto antica leggenda.

  N° 3246 - 23 febbraio 2017

                                               Il Custode

mercoledì 22 febbraio 2017

UN CORVO DI NOTTE

Questa notte è talmente profonda
che pare volermi inghiottire
e però, tra le sue oscure fauci
io mi confondo e mi sento libero.

Allora io dispiego le mie ali
come falci dipinte a mezz’aria
e posso assaporare durante il volo
il sangue dolce delle tenebre.

Ma è sufficiente un lieve sussurro
in grembo al vento della sera
ad afferrare i miei pensieri astratti
e renderli poltiglia ed ologramma.

Sono le voci della maldicenza
che ancora, a distanza di secoli
insinuano che io sia maledetto
un messaggero di bieca sventura.

Eppure, il mio manto elegante
di nero e lucente velluto
mi rende alquanto orgoglioso
di essere così come io sono.

Una macchia di pece nel cielo
un neo sopra il viso della luna
che ne fa una aristocratica dama
bellissima da guardarla in eterno.

Un corvo…soltanto questo io sono
creatura per nulla maligna
e però vittima dell’ignoranza
di chi invidia la mia solitudine.

  N° 3245 - 22 febbraio 2017

                                              Il Custode

lunedì 20 febbraio 2017

RESTO NEL BUIO

Sono nato all’aurora
di un cielo plumbeo e curioso
laddove la notte abdicava
e si prostituiva alle onde
alle pietre del bagnasciuga
ancora dipinte dalla luna.

E l’estate implose insolente
tra i monti a picco sul mare
io, nella mia anima oscura
piangevo un vagito sommesso
che impattava la sabbia umida
e disturbava i gabbiani assonnati.

La città si svegliò, ed era nuda
con i gatti ancora intenti
ad ammiccare ai vecchi lampioni
e le strade di mattoni e di erba
scendevano dalla collina
nell’attesa di godersi il sole.

E però, quella luce improvvisa
come un fanale nella mia vista
ferì i miei occhi scarlatti
modellati da un alchimista malato
sicché restare dentro il buio
fu una questione di sopravvivenza.

Imprigionato in fondo alle tenebre
come sopra la tela del ragno
io rimango in un vicolo cieco
dentro il quale non entra nessuno
perché nessuno conosce davvero
il sentiero verso la mia follia.

Ma quando singhiozza la pioggia
io mi specchio nelle pozzanghere
dopo bevo l’acqua che scivola
dalle foglie di marijuana
infine penso, ma non ho pensieri
e taccio, e mi godo il silenzio.

  N° 3244 - 20 febbraio 2017

                                               Il Custode

sabato 18 febbraio 2017

L'ATTESA

Danza riflessa sul muro
la fiamma di una candela
dalla quale si innalza il fumo
che va a carezzare il soffitto
ed intanto filtra dai vetri
il raggio di una timida luna
premurosa nel suo dormiveglia
ad accudire le stelle del cielo.

E quell’ombra sulla parete
laddove io poggio il mio cuore
ha la forma del tuo profilo
il profumo della tua pelle
sicché dentro questo crepuscolo
io avverto la tua presenza
ed alla luce che va scemando
posso almeno e comunque sognarti.

Adesso siedo alla mia tavola
davanti ad un bicchiere di vino
che resta pieno solo a metà
ed il resto si riempie di lacrime
nel frattempo io osservo la porta
al di là c’è un totale silenzio
tace il vento tra gli alberi
tacciono i passi sopra le scale.

Si formano rughe profonde
sopra queste mie mani stanche
e ragnatele sempre più vaste
modellate da ragni pazienti
io non rammento da quanti secoli
attendo di vederti tornare
so che da quando ti ho persa
la mia anima si è fatta cieca.

Ho sempre il bastone al mio fianco
per percuotere i miei pensieri
affinché non debbano mai
smettere di continuare a pensarti
ma tenere in riserbo il tuo viso
dentro il mio sguardo morente
perché nessuna che non sia tu
possa mai oltrepassare la soglia.

  N° 2357 - 26 dicembre 2012

                                                 Il Custode

domenica 12 febbraio 2017

I FIORI DI PESCO DEL LAGO

Danzano come ballerine
i fiori di pesco del lago
come damigelle si inchinano
tramortiti dalla tua grazia
dopo si quietano sulla tua pelle
e si impregnano del tuo profumo.

Così leggeri sui tuoi capezzoli
li sfioro entrambi con il mio sguardo
sul manto dell’erba tu sei irresistibile
ed io lo so che potrei impazzire
al solo tocco delle tue dita
per ogni parola, in ogni sospiro.

Adesso volano come farfalle
come i baci che io non trattengo
che dispenso sulle tue labbra
dopodichè li ripongo nell’anima
ne avrò bisogno durante il mio viaggio
che mi riporta distante da te.

Ed infine la brezza svanisce
i fiori del lago riposano esausti
sui tuoi capelli, sopra le lunghe ciglia
sul pube tiepido, fonte di estrema follia
io ti guardo, e tu sei bellissima
ed ancora mi innamoro di te.

  N° 3243 - 10 febbraio 2017

                                               Il Custode

martedì 7 febbraio 2017

SERENA

Serena
come non gli importasse
del sangue che scivolava
dalle sue vene
dall’angolo delle sue labbra.

Il suo sguardo fantasticava
inseguiva nuvole e cirri
e benché lei stesse morendo
riusciva ancora ad apprezzare
la poesia della natura.

Il freddo sulla sua pelle
era tenue eppure insolente
quanto il ricordo graffiante
di quell’ultimo amore vissuto
dell’ennesimo sogno sprecato.

E pigolava
lo scricciolo sul davanzale
pareva volesse esortarla
a ritornare alla vita
ai giochi, insieme, sulla veranda.

Ma era troppo tardi
adesso scendeva l’oscurità
a dipingere i monti e la pianura
lei spese ancora un sorriso
dopo, infine, morì serena.

  N° 3242 - 6 febbraio 2017

                                            Il Custode

SENZA TITOLO

Rimango seduto in disparte
eremita in mezzo alla folla
col capo fra le ginocchia
ascolto le persone cianciare
parole che non hanno senso
risate fastidiose e stridenti
…e io odio quei perdigiorno
io odio chiunque!

Sciamano come formiche
escono dagli antichi palazzi
si riversano sui marciapiedi
qualcuno mi vede e si ferma
e come io fossi un barbone
mi lancia uno sguardo pietoso
mi scaglia una fottuta moneta
che cade e tintinna ai miei piedi.

Onda di fiume impetuoso
che passa senza una meta
e mi distrae dai miei pensieri
dai ricordi che mi fanno male
e questa mia rabbia mai sopita
sarà presto la loro condanna
mentre sorseggiano i loro destini
ai tavoli delle vecchie osterie.

E mi desto dal mio torpore
poiché è arrivato il momento
eremita in mezzo alla folla
nella piazza gremita di gente
io aziono il detonatore
della cintura stretta alla mia vita
un boato e raggiungo la morte
…e li porto tutti insieme a me!

  N° 3241 - 5 febbraio 2017

                                           Il Custode

giovedì 2 febbraio 2017

MI SFUGGI' UN BACIO

Mi sfuggì un bacio
non era premeditato
ma quelle tue labbra
il tuo viso bellissimo
non mi ispirarono altro.

Sicché io chiesi venia
per la mia insolenza
a causa della presunzione
e penitente ai tuoi piedi
reclinai il capo e l’ardore.

È che mai vidi in passato
nessuna talmente estasiante
da trasformare il mio cuore
in un carillon impazzito
e l’anima era perduta.

Condannato che supplicava
in bilico verso il tuo sguardo
io attesi la tua sentenza
ma ti sfuggì un bacio
ed era un bacio d’amore.

  N° 3240 - 2 febbraio 2017

                                            Il Custode