Dentro il suo
antro
l’umidità delle lacrime
e il solo flebile tocco
di una luna indiscreta.
E lei, nella
penombra
seduta all’arcolaio
con l’ago e con lo spago
ricamò sogni e menzogne.
Nera quanto la
notte
bellissima seppure mendace
tanto che nemmeno il vento
violò il suo nascondiglio.
Scrittrice, e
nel suo diario
parole rubate nell’ombra
ad una figura sul muro
che non le parlava da secoli.
Ricordi, forse
rimpianti
sciolti nel nucleo dell’odio
e lei, nella solitudine
saccheggiò antiche romanze.
Un’anima
spersa
in un labirinto di falsità
tanto che nemmeno il demonio
la volle alla sua corte.
N° 3248 - 28 febbraio 2017
Il Custode