Proprio in
fondo al tuo sguardo
e pare intenda ammazzarmi
eppure io non me ne curo
l’amore mi lascia perplesso.
Penetra nelle
mie pupille
brucia gli anfratti dell’anima
scintilla forse fatta di fiamma
alla quale io resto insensibile.
Raccolgo i
miei stracci
non lascerò nulla di me
stretto fra i tuoi denti affilati
in mezzo ai tuoi miseri artigli.
Se mai ti
dovessi odiare
dimostrerei capacità di pensare
mentre svuotato ed apatico
mi crogiolo nella mia solitudine.
Un altro
secolo sprecato
che scaravento dentro il cestino
e con la benzina e la rabbia
lo brucio fino a ridurlo in cenere.
Tu mi osservi
ancora
ingenua quanto la persona che beve
ma io ti volto le spalle
ed affronto i miei ultimi rimpianti.
N° 3065 - 31 dicembre 2015
Il Custode
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