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martedì 22 dicembre 2015

IL PRIMO DI NOI

Il primo di noi si alzò
intanto sanguinava dal naso
e raccolti i propri frammenti
egli corse incontro all’inferno.

Sicché giunsero mille scintille
e schegge di metallo rovente
lui si è voltato, ha sorriso
dopodichè è caduto nel fango.

Noi, stipati nelle nostre trincee
come dei topi dentro la stiva
lo vedemmo oltre il filo spinato
strisciare come fosse una serpe.

Lontano i mortai rintronavano
colpi di tosse nel cielo plumbeo
che grigio, quasi fosse emaciato
rendeva il paesaggio spettrale.

Distanti, simili ad occhi di demone
i bagliori dei proiettili sparati
da ragazzi i quali terrorizzati
ci uccidevano pur di non morire.

E però il sole si era stancato
di restare nascosto nell’ombra
allora stese i suoi raggi sui campi
ed illuminò l’intera pianura.

Noi sentimmo grida ed imprecazioni
poi un silenzio che non comprendemmo
ma strisciando come fosse una serpe
il primo di noi adesso tornava.

La sua bocca era un fiume di sangue
il petto una voragine profonda
tra le sue mani la bandiera nemica
fu così che egli morì da vero eroe.

  N° 3063 - 22 dicembre 2015

                                                       Il Custode

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