Con il
coltello e le dita
per aprire il tuo sterno
ma mi sporco di sangue
però il sangue mi piace.
Con l’ago e
con il ditale
e dopo il filo di cotone
io rammendo il tuo cuore
che ho strappato dal petto.
La tua
espressione non muta
tu non ritrovi il respiro
io sono deluso e mortificato
per averti ammazzata.
Sicché tratteggio
il tuo viso
con i polpastrelli e le unghie
quasi a volerti solleticare
per vederti ridere ancora.
Con le labbra
e la lingua
sull’ovatta delle tue guance
per dimostrarti quell’amore
al quale tu non hai mai creduto.
Con lo sguardo
e con le parole
ed il primo accenno di lacrima
io ti stringo e ti parlo
e ti domando perdono.
N° 3058 - 8 dicembre 2015
Il Custode
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