Me ne sono
fatto una ragione
in mezzo ai rovi dell’anima
e le cicatrici sul mio cuore
benché io non abbia compreso
perché mai tu andasti via.
Un bambino ed
una vita
da vivere in maniera intensa
tu, la mia esperienza d’amore
pagata con il dolore profondo
che mi ha insegnato il delirio.
E si fottano
l’estate e la sera
insieme al canto dei grilli
le teorie dei filosofi e dei ciarlatani
che sono solamente parole
e sangue di ulteriori ferite.
Poiché io
divenni tuo padre
come il destino decise
e non fui un semplice seme
invasore dentro una vagina
ed in seguito genitore immemore.
Un bambino ed
il declino
del mio bisogno d’amare
dacché la tua morte ha spezzato
quell’incantesimo inutile
che mi rendeva felice.
N° 3312 - 8 agosto 2017
Il Custode
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