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domenica 29 giugno 2025

UN LUNGO SILENZIO

La cicala
non riesce più a frinire 
avrebbe molto da dire
ma le lacrime e le parole
le sono rimaste nella gola.

Il vento
carezza l'erba lievemente 
che si inchina con reverenza 
ad annusare il profumo
che tu lasciasti sopra i prati.

In quei luoghi
io non sono più ritornato 
come avrei potuto dire al cuore 
di rallentare i propri battiti
per non implodere dentro lo sterno?
Ti amo 
quanto io amo quella bambina
giunta dopo che tu svanisti 
e che forse pagò per un lutto
del quale lei era all'oscuro. 

Mi manchi
come potrei dirlo alla luna
che ogni notte mi scende negli occhi
che mi bacia con garbo la guancia
e mi sussurra quanto eri importante. 

Passerà ogni cosa
soltanto la morte è ineluttabile 
nel frattempo la cicala tace
come potrei, io, convincerla 
quanto comprendo il suo dolore?

  N° 5449 - 28 giugno 2025

                                        Il Custode 

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