All’improvviso è il buio
un mantello dentro la notte
nel cielo nemmeno la luna
ma poche e sbadate stelle.
Sperduto nella casa immensa
e con le mani che tremano
tanto che il bicchiere di vodka
crolla e si infrange al suolo.
Le voci in fondo alle scale
sono le stesse che ascolto
da talmente tanti decenni
da esserne oramai assuefatto.
A volte mi vengono incontro
quasi a volermi abbracciare
un tempo ne avevo paura
dopo mi arresi al destino.
Non guardo più oltre i vetri
la solitudine è la mia tomba
se mai io accendessi la luce
qualcuno la profanerebbe.
E parlo, e racconto leggende
ai fantasmi seduti in cucina
alle ombre che dalla cantina
piangono per la mia dipartita.
Il pendolo appeso alla parete
tace i suoi rintocchi lugubri
sicché io non so conteggiare
da quanto è che sono morto.
Allora mi concentro meglio
ed osservo l’intera stanza
ed è il ragno in putrefazione
a rivelarmi che sono diversi secoli.
un mantello dentro la notte
nel cielo nemmeno la luna
ma poche e sbadate stelle.
e con le mani che tremano
tanto che il bicchiere di vodka
crolla e si infrange al suolo.
sono le stesse che ascolto
da talmente tanti decenni
da esserne oramai assuefatto.
quasi a volermi abbracciare
un tempo ne avevo paura
dopo mi arresi al destino.
la solitudine è la mia tomba
se mai io accendessi la luce
qualcuno la profanerebbe.
ai fantasmi seduti in cucina
alle ombre che dalla cantina
piangono per la mia dipartita.
tace i suoi rintocchi lugubri
sicché io non so conteggiare
da quanto è che sono morto.
ed osservo l’intera stanza
ed è il ragno in putrefazione
a rivelarmi che sono diversi secoli.
N° 5051 - 12 ottobre 2023
Il Custode
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