Le tenebre
infine il tuo viso
come la luce che sorge
ad adulare falene e farfalle
tu che sei luna verso l’oceano
sei diretta alle mie labbra.
E ti infrangi
onda veloce e ribelle
sfuggita dentro la notte
alle rovine di Atlantide
adesso sei l’unico sogno
per il quale potrei morire.
Io ti desidero
quanto un bicchiere di vino
quanto il calice amaro
della speranza negata
tu, evanescente miraggio
ad un palmo della mia mano.
Ed implodi
in mille schegge di vetro
ognuna col tuo profumo
ognuna come i tuoi occhi
sicché penetri nella mia anima
e non ne esci mai più.
N° 3340 - 10 gennaio 2018
Il Custode
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