Punirti è cosa
sublime
la mia maniera di amarti
ma tu non lo comprendi
sicché mi rendi cattivo.
Ma pur di non
deturpare
il tuo bellissimo viso
io ti infliggo ferite
profonde, ma solo nell’anima.
Leggo la
mortificazione
dentro i tuoi occhi stupendi
allora ti umilio ancora
fino a raggiungere l’estasi.
Sono il tuo
severo padrone
l’aguzzino della tua mente
tu mi credevi persona gentile
e però indossavo una maschera.
Piangi lacrime
inebrianti
nel silenzio della tua stanza
che accrescono la mia autostima
il mio sadismo irrefrenabile.
Io lo so,
vorresti fuggire
ma cosa saresti senza di me?
Ti rassegni e ritorni a morire
ad appagare la mia crudeltà.
N° 3344 - 29 gennaio 2018
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento