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lunedì 22 maggio 2017

RACCONTO DEL PIPISTRELLO

Raccontò, il pipistrello
d’avere percorso la notte
cercando l’ombra di Azimut.

Passato il gelo di Antartide
impattò un riflesso di luce
ed il cuore iniziò a sussultare
nel timore fosse il nuovo giorno.

Ma quel bagliore talmente intenso
non era che un frammento insolente
che si staccò dall’aurora Boreale
per adulare la pallida luna
e fare perdere il senno alle nuvole.

Bevendo nettare dai ghiacciai
si dissetò, il pipistrello
e benché appartenesse all’estate
gli garbava quel freddo pungente
che penetrava il suo mantello
facendo lacrimare il suo naso.

Ma si sa, il vento è dispettoso
e portò sino alle sue narici
l’afrodisiaco odore del glicine
e l’ammoniaca urinata nell’antro
dentro il quale riposava, nel buio
al riparo dall’aquila e dal falco
dalla maldicenza dei benpensanti.

E però l’oceano era vasto
troppo per le sue deboli ali
e attraversarlo fu un’utopia
la temeraria impresa del folle
sicché la morte giunse veloce
prima dell’alba e del sole rovente
che illuminò i resti del pipistrello
incastonati dentro la neve.

  N° 3274 - 20 maggio 2017

                                             Il Custode

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