<<Vorrei parlare parole
che possano farti tornare
negli occhi, fra le mie braccia
fino all’ultimo soffio di vita…>>
Da solo, nel
mezzo del vento
egli osservava le foglie volare
e fiori di pesco simili a lacrime
sull’altalena dei rami sottili.
Nel frattempo
la luna sbirciava
da dietro l’angolo della pianura
e si specchiava nel grande lago
con le tenebre si tingeva le ciglia.
Aria tiepida e
odore di limone
dal promontorio fino alla vallata
e le stelle, giacché maliziose geishe
danzavano un ballo appena imparato.
Ma si
rassegnò, il viandante di sogni
ancora sperso nelle sue fantasie
sul pavimento la clessidra incrinata
e sopra le labbra giusto un sospiro.
<<Vorrei parlare parole
che possano farti tornare…>>
Ma era oramai un amore distante
e decomposto dal passato trascorso.
N° 3271 - 3 maggio 2017
Il Custode
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