Io non ti vedo
eppure riesco a sentire
l’odore malvagio che emani
e mi addentro con circospezione
nell’oscurità in cui dimori
in attesa di sangue e di anime.
Un passo alla
volta
con il timore che il baratro
possa presto inghiottirmi
dove le tue fauci si aprono
per divorare l’amore
che ho sprecato con te.
Verso il nero
profondo
fonte di lamenti inutili
ma benché io abbia paura
come fossi un gatto incosciente
proseguo il mio cammino
ed intanto respiro le tenebre.
E brillano i
sassolini
come gemme di stupide lacrime
ma non ritrovo la strada
che mi riconduca ai miei sogni
forse sono soltanto scintille
di lucciole in decomposizione.
La bussola o
la sola fortuna
mi aiuteranno a decidere
le direzioni sono molteplici
e la tua ombra incombe ovunque
sul sentiero che conduce all’ignoto
dentro il mio cuore che implode.
N° 3273 - 16 maggio 2017
Il Custode
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