Chiudo i miei
occhi
ed immagino strade deserte
e lungo le strade
il tuo respiro mortale
diventa brezza rovente
che accarezza le aiuole.
Seguo la scia
della solitudine
fino all’argine
dei miei ricordi confusi
che annaspano e annegano
sotto le voraci onde
dell’amore che mi negasti.
Talmente
pallida e glabra
è questa mia ignuda memoria
che si specchia sulla tua pelle
io lo so, è una conseguenza
l’appendice della follia
che mi avvolge al tuo passaggio.
Nel buio da
notte profonda
grida la eco di quello che fosti
il crepitio delle fiamme
che arsero dentro il tuo cuore
e tu sputasti in un impeto
sulla mia maledetta anima.
Eppure mi
sento bene
in questo assordante silenzio
dove, finalmente, ti annuso
e il tuo odore mi è familiare
sicché io chiudo i miei occhi
e come in un sogno, ti amo.
N° 3275 - 24 maggio 2017
Il Custode
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