Mi mancherà il
tuo amore
più della notte silente
ed il tuo viso e la luna
avranno nella mia anima
lo stesso struggente pallore
della morte che viola il lago.
Penso ed una
gemma di vento
si prende cura di me
della nostalgia micidiale
che si insinua dentro i miei occhi
e ti rende un’ombra insolente
il riflesso di un lontano addio.
E le stelle
appese al soffitto
saranno sagome di ceralacca
i bersagli per la mia pazzia
adesso che non posso sfogare
il mio malsano istinto animale
tra le rughe sulle tue labbra.
Avrò sete e
disgusto del tuo sangue
un tempo inchiostro sopra le dita
con cui creai astratti graffiti
sulle pareti della tua casa spoglia
dove io scrissi il tuo epitaffio
e tu la mia condanna all’oblio.
N° 3277 - 31 maggio 2017
Il Custode