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mercoledì 31 maggio 2017

MI MANCHERA' IL TUO AMORE

Mi mancherà il tuo amore
più della notte silente
ed il tuo viso e la luna
avranno nella mia anima
lo stesso struggente pallore
della morte che viola il lago.

Penso ed una gemma di vento
si prende cura di me
della nostalgia micidiale
che si insinua dentro i miei occhi
e ti rende un’ombra insolente
il riflesso di un lontano addio.

E le stelle appese al soffitto
saranno sagome di ceralacca
i bersagli per la mia pazzia
adesso che non posso sfogare
il mio malsano istinto animale
tra le rughe sulle tue labbra.

Avrò sete e disgusto del tuo sangue
un tempo inchiostro sopra le dita
con cui creai astratti graffiti
sulle pareti della tua casa spoglia
dove io scrissi il tuo epitaffio
e tu la mia condanna all’oblio.

  N° 3277 - 31 maggio 2017

                                              Il Custode

venerdì 26 maggio 2017

L'INNOCENZA

Il gesto di un folle
ed io, nel silenzio
ho trovato dimora
e non vi è alcuna uscita
soltanto tenebre e oblio.

Avevo l’età e la bellezza
dell’innocenza sfacciata
e percorrevo le strade
che ancora non conoscevo
l’odore della paura.

L’ingenuità dell’infanzia
sicché ho creduto e seguito
quell’uomo dai modi fini
…certo che sono pentito
mi maledico per questo.

Adesso rimpiango ogni cosa
le lacrime d’acqua e di sale
gli insetti che torturavo
che se avessi saputo la morte
con loro sarei stato magnanimo.

Il sapore del sangue
ed il gelo della dipartita
non mi rimane null’altro
della mia vita assai breve
…per il gesto di un folle.

  N° 3276 - 25 maggio 2017

                                             Il Custode

mercoledì 24 maggio 2017

MEMORIA

Chiudo i miei occhi
ed immagino strade deserte
e lungo le strade
il tuo respiro mortale
diventa brezza rovente
che accarezza le aiuole.

Seguo la scia della solitudine
fino all’argine
dei miei ricordi confusi
che annaspano e annegano
sotto le voraci onde
dell’amore che mi negasti.

Talmente pallida e glabra
è questa mia ignuda memoria
che si specchia sulla tua pelle
io lo so, è una conseguenza
l’appendice della follia
che mi avvolge al tuo passaggio.

Nel buio da notte profonda
grida la eco di quello che fosti
il crepitio delle fiamme
che arsero dentro il tuo cuore
e tu sputasti in un impeto
sulla mia maledetta anima.

Eppure mi sento bene
in questo assordante silenzio
dove, finalmente, ti annuso
e il tuo odore mi è familiare
sicché io chiudo i miei occhi
e come in un sogno, ti amo.

  N° 3275 - 24 maggio 2017

                                             Il Custode

lunedì 22 maggio 2017

RACCONTO DEL PIPISTRELLO

Raccontò, il pipistrello
d’avere percorso la notte
cercando l’ombra di Azimut.

Passato il gelo di Antartide
impattò un riflesso di luce
ed il cuore iniziò a sussultare
nel timore fosse il nuovo giorno.

Ma quel bagliore talmente intenso
non era che un frammento insolente
che si staccò dall’aurora Boreale
per adulare la pallida luna
e fare perdere il senno alle nuvole.

Bevendo nettare dai ghiacciai
si dissetò, il pipistrello
e benché appartenesse all’estate
gli garbava quel freddo pungente
che penetrava il suo mantello
facendo lacrimare il suo naso.

Ma si sa, il vento è dispettoso
e portò sino alle sue narici
l’afrodisiaco odore del glicine
e l’ammoniaca urinata nell’antro
dentro il quale riposava, nel buio
al riparo dall’aquila e dal falco
dalla maldicenza dei benpensanti.

E però l’oceano era vasto
troppo per le sue deboli ali
e attraversarlo fu un’utopia
la temeraria impresa del folle
sicché la morte giunse veloce
prima dell’alba e del sole rovente
che illuminò i resti del pipistrello
incastonati dentro la neve.

  N° 3274 - 20 maggio 2017

                                             Il Custode

mercoledì 17 maggio 2017

L'OSCURITA' IN CUI DIMORI

Io non ti vedo
eppure riesco a sentire
l’odore malvagio che emani
e mi addentro con circospezione
nell’oscurità in cui dimori
in attesa di sangue e di anime.

Un passo alla volta
con il timore che il baratro
possa presto inghiottirmi
dove le tue fauci si aprono
per divorare l’amore
che ho sprecato con te.

Verso il nero profondo
fonte di lamenti inutili
ma benché io abbia paura
come fossi un gatto incosciente
proseguo il mio cammino
ed intanto respiro le tenebre.

E brillano i sassolini
come gemme di stupide lacrime
ma non ritrovo la strada
che mi riconduca ai miei sogni
forse sono soltanto scintille
di lucciole in decomposizione.

La bussola o la sola fortuna
mi aiuteranno a decidere
le direzioni sono molteplici
e la tua ombra incombe ovunque
sul sentiero che conduce all’ignoto
dentro il mio cuore che implode.

  N° 3273 - 16 maggio 2017

                                             Il Custode

venerdì 12 maggio 2017

L'ETERNO AMORE

Ero attratto dai tuoi silenzi
e li ascoltavo ogni volta
sebbene piuttosto glaciali
io vi immaginavo sempre
le parole che volevo sentire.

Cicatrici della tua bellezza
si aprono e non guariscono
proprio in fondo ai miei occhi
io li chiudo ma fanno male
poiché solo allora ti vedo.

Ero succube del tuo dolore
mi rammentava l’oblio
quello percorso d’un fiato
ma che poi, a malincuore
ho abbandonato in un canto.

Mi ricordo che tu eri vento
io la eco di un lamento antico
e distratto dalla luna nascente
ti seguii sopra il tuo sentiero
di capricci e deliri agonizzanti.

Ero plagiato dal tuo odio
e lo conservai dentro il taschino
alcune volte vi intinsi le dita
a cercare ciò che fu il tuo profumo
mescolato alle gocce di sangue.

Ma se io ti lasciai morire
fu perché mi mancavi davvero
e non potevo offrirti la vita
né giurarti quell’eterno amore
che tu non avresti compreso.

  N° 3272 - 12 maggio 2017

                                           Il Custode

giovedì 4 maggio 2017

PAROLE...

<<Vorrei parlare parole
che possano farti tornare
negli occhi, fra le mie braccia
fino all’ultimo soffio di vita…>>

Da solo, nel mezzo del vento
egli osservava le foglie volare
e fiori di pesco simili a lacrime
sull’altalena dei rami sottili.

Nel frattempo la luna sbirciava
da dietro l’angolo della pianura
e si specchiava nel grande lago
con le tenebre si tingeva le ciglia.

Aria tiepida e odore di limone
dal promontorio fino alla vallata
e le stelle, giacché maliziose geishe
danzavano un ballo appena imparato.

Ma si rassegnò, il viandante di sogni
ancora sperso nelle sue fantasie
sul pavimento la clessidra incrinata
e sopra le labbra giusto un sospiro.

<<Vorrei parlare parole
che possano farti tornare…>>
Ma era oramai un amore distante
e decomposto dal passato trascorso.

  N° 3271 - 3 maggio 2017

                                          Il Custode