Noi tutti
fummo solo ragazzi
impauriti nelle trincee
che sentivano sotto gli anfibi
talpe o ratti scavare con furia.
Accadeva così
ogni notte
fatta di luna o di umide tenebre
in cui il Charlie si preparava
a sferrare l’attacco finale.
Era il Tet, ed
era il Vietnam
quando fummo destinati al macello
chissà quanti erano i vietcong?
Di certo troppi per sopravvivere.
Avemmo ricordi
sui quali piangere
ed un terrore pudico e silente
forse lo stesso dei nostri nemici
forse di più…ma che cosa importa?
E tornammo,
seppure non tutti
alle case, alle nostre vite
a rammentare i morti e gli storpi
noi che fummo soldati a Khe Sanh.
N° 3350 - 16 marzo 2018
Il Custode
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