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venerdì 22 dicembre 2017

TASHUNKA UITKO

Eppure, decisero gli spiriti
che c’era pianura per tutti
siccome le montagne
che sfioravano il cielo
e dalle quali scendevano
acque limpide e pure.

Ci esaltavamo al tuono
dei bisonti in fuga
dalle nostre frecce
per poter passare l’inverno
e ripararci dal freddo
al tepore dei nostri teepee.

Noi, con le mani veloci
sopra le trote del lago
non cacciavamo nulla in più
di quello che a noi serviva
per nutrirci, per sopravvivere
e creare graziosi monili.

Ma gli stranieri dai volti pallidi
simili alla pelle di pesca
con i loro cuori di avida pietra
e le anime, deserto arido
pretesero di avere ogni cosa
persino le nostre vite.

Sicché fu una guerra
impari, senza alcuna speranza
per quanti ne uccidevamo
altrettanti ne ritornavano
ma nel dolore, nella devastazione
non perdemmo mai la dignità.

Venne scritto di Little Big Horn
del martirio del colonnello borioso
nessun, invece, pianse una lacrima
per la carneficina di Wounded Knee
venne scritto che fummo selvaggi
e fu il pretesto per annientarci.

Io ricercai la saggezza
sopra i sassi del grande fiume
per condurre la mia tribù
ad una vittoria impossibile
eppure fui costretto alla resa
affinché la tribù vivesse ancora.

Mi consegnai ai soldati blu
consapevole di recarmi alla fine
e quando mi accoltellarono
fu davvero un bel giorno per morire
e tornare alla mia madre terra
finalmente da uomo libero.

  N° 3338 - 20 dicembre 2017

                                                    Il Custode

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