Un incrocio di
sguardi
poi l’improvviso silenzio
occhi di oceano, Lucrezia
e gemme di altissime onde
si infrangono violentemente
sulle coste della mia anima.
Il tempo di
riprendere fiato
e come scirocco e uragano
il mio respiro incespica
sulla punta delle tue labbra
laggiù troverà un rifugio
dall’oblio e dalla solitudine.
Ho un solo,
minuscolo sogno
da recitare al tuo cuore
io, equilibrista maldestro
mi appresto a perdere il senno
e precipitare velocemente
nell’alcova dei tuoi grandi seni.
Ti aspetto
nella penombra
dove penso visioni scabrose
tu ed io, e nessun altro al mondo
alcuni istanti che paiono secoli
questa notte soltanto, Lucrezia
di desiderio e di estasi intensa.
N° 3337 - 15 dicembre 2017
Il Custode
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