Non mi importa
di te
sicché nei miei silenzi
cova un antico rancore
che presto diventa tormenta
un odio talmente profondo
da indurmi ad annientarti.
Tu scagli il
tuo debole sguardo
giusto dentro ai miei occhi
ma il dolore tuo misero
scivola dai miei pensieri
dopo si infrange nel nulla
che la tua anima esprime.
Io sono
pietra, tu polvere
mi sporchi ma non mi scalfisci
allora ci penserà il vento
a trascinarti lontano
dalla eco dei miei ricordi
vissuti o forse ancora da vivere.
Tu, dunque,
muori se devi
e fa’ che sia distante da me
dove io non debba calpestare
il vuoto del tuo sentimento
poltiglia dal maleodorante futuro
nella quale non intendo affondare.
N° 3334 - 5 dicembre 2017
Il Custode
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