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lunedì 28 novembre 2016

IL TEMPO

Io non lo so
sono qui e non rammento
da quanti anni
oppure da quanti secoli
ma cammino la terra
di sangue ancora umido
mentre la mia anima affonda
in fondo alle sabbie mobili.

In fondo alle sabbie mobili
la eco del mio cuore è tuono
il suo battito talmente violento
smuove l’argilla e le radici
ed io sento l’odore
persistente dentro le narici
dei miei ultimi pensieri
oramai in putrefazione.

Oramai in putrefazione
è questa luna distante
che tenta di scavare una buca
dalla quale io potrei risalire
e tornare ad annusare la notte
ricominciare a divorare le stelle
giacché creatura folle ed affamata
io sono inebriato dalla violenza.

Io sono inebriato dalla violenza
sicché non riesco a quietarmi
e da molti anni
finanche da troppi secoli
la mia clessidra si è fermata
e però, da persona paziente
io attendo, e non so che cosa
d’altronde non mi manca il tempo.

  N° 3218 – 28 novembre 2016

                                                      Il Custode

mercoledì 23 novembre 2016

ERO LIBERO

Io ero libero
pronto ad affrontare la notte
e dopo ferirmi le vene
dentro il buio profondo
e come un folle, un idiota
ridere sotto i lampioni.

Poi tu arrivasti
con il tuo viso perfetto
nel mezzo due occhi felini
presuntuosi dentro il mio sguardo
e labbra talmente affilate
da frantumarmi le ali.

Osservavo il cielo
e dicevo una supplica muta
ma il tuo amore di canapa
stringeva forte il mio cuore
che nemmeno i miei denti aguzzi
seppero tranciare le funi.

Sicché ti ho maledetta
e tu hai maledetto me
allora io mi sono nascosto
tra le vibrisse di un gatto
ma la cacosmia del mio odio
fece sì che tu mi trovassi.

E mi sono ucciso
con il vino e con l’aceto
annegato nelle mie bestemmie
adesso sono cieco e silente
distante dalle tue menzogne
ciononostante il tuo amore mi manca.

  N° 3217 – 23 novembre 2016

                                                       Il custode

COME UN'AQUILA

Come un'aquila
sto volando nel cielo
forse perché quaggiù
non troverò niente di vero...

Poesie sdolcinate
frasi ripetute
un mistero inquietante
per chi le ha tante ascoltate.

Chi mi disse: <<Ti amo…>>
ma poi un giorno confuso
se n'è andato lontano
dopo avermi deluso.

Un'angoscia oramai nata
partorita dal niente
che ha trovato una casa
nel profondo della mia mente.

Sto cercando qualcosa
che mi faccia cambiare
ma mi volto ansimante
e non so dove andare.

Ipocrisie nei falsi sorrisi
e lei non è al mio fianco
mentre io, vigliaccamente
sto nascondendo il mio pianto.

Con rabbia e dolore
la mia mente va lontano
e sornioni piaceri
nel mio gioco di mano.

Ho bussato alla porta
della cieca fortuna
ma dopo tanto aspettare
ho trovato nessuna.

Chi mi dice: <<Coraggio
la vita è imprevedibile…>>
ma nessuno sa dirmi
qualcosa di credibile.

E poi giunge la fine
quando continuare a sperare
sembra troppo sciocco
e mi devo rassegnare...

...Come un'aquila
sto volando nel cielo
volo lontano perché quaggiù
non troverò niente di vero.

  N° 134 – 7 marzo 1980

                                         Il Custode

sabato 19 novembre 2016

L'AMORE RACCONTA MENZOGNE

L’ultima cosa lei che vide
fu una luna gigante
che come un’equilibrista
stava in bilico in mezzo al cielo
a guardare i gatti passare.

Ed ancora gocce di pioggia
ballerine alla danza del cigno
nude, in fondo alla notte
per compiacere l’asfalto
che le accoglieva nel grembo.

Infine lampioni silenti
come sentinelle di ghisa
ad aspettare oltre le tenebre
un solo borbottio del vento
prima di chetarsi e dormire.

Ma non scorse alcuna speranza
e scrisse quale commiato:
<<L’amore racconta menzogne
e le menzogne, si sa
hanno un cattivo sapore…>>

  N° 3216 – 19 novembre 2016

                                              Il Custode

LEI E' PASSATA

Eppure è stato un istante
come un soffio di vento gelido
che ha trovato un pertugio
una crepa tra le pareti dell’anima.

Io ho sentito un lieve dolore
ed il respiro che mi è mancato
ma lei è passata e svanita
distante dai miei ricordi.

Il cielo si è fatto plumbeo
mai visto un colore migliore
riflette ciò che il mio cuore
dipinge sopra i miei pensieri.

Ma mitigherà la tempesta
agli argini dei miei occhi spenti
lei è passata in silenzio
e non rammento di averla vissuta.

  N° 3215 – 18 novembre 2016

                                                       Il Custode

mercoledì 16 novembre 2016

L'UOMO DEGLI ABISSI

L’acqua è il mio elemento
e dove le tenebre regnano
io spreco intensi sorrisi
piango lacrime di onde gelide
l’acqua è il mio elemento
il posto migliore per vivere.

Oltre gli antichi relitti
soltanto una flebile luce
è il sole che non si rassegna
ad essere sgradito ospite
oltre gli antichi relitti
ci sono leggende e martirii.

Col sangue sulle mie dita
io scrivo poesie maledette
sulla sabbia, sopra il fondale
e sul dorso delle conchiglie
col sangue sulle mie dita
io disseto adolescenti murene.

I cadaveri delle balene
consumano nella salsedine
nutrono pesci, un tempo vittime
delle loro mastodontiche fauci
i cadaveri delle balene…
quale privilegio morire d’oceano.

Negli abissi non mi manca nulla
né lo squalo che insegue il delfino
o la sirena che danza sinuosa
un’odalisca sfuggita ad Atlantide
negli abissi non mi manca nulla
eppure mi sento davvero solo.

  N° 3214 – 15 novembre 2016

                                                     Il Custode

domenica 13 novembre 2016

TRAMONTO DELL'AVVENIRE

Con passo deciso marciamo
intanto cianciamo canzoni
sulla pianura popolata da grilli
verso le città in rivolta.

Noi, democratici e liberi
di denigrare ed offendere
chiunque abbia un’altra ideologia
chiunque viva la propria esistenza.

Costruiamo una civiltà globale
fatta di crimini e di prevaricazione
con la falce che miete il grano
e chiunque non è al nostro fianco.

Col martello battiamo il ferro
ed il capo dei nostri antagonisti
noi, comunisti ed arroganti
dispensatori di odio e menzogna.

Paladini di un solo pensiero
non amiamo il contraddittorio
ed useremo i giudici e gli stupidi
per fermare chiunque mostri dissenso.

Con passo deciso avanziamo
come un’onda verso la spiaggia
mentre all’orizzonte già arde
il tramonto dell’avvenire.

  N° 3213 – 13 novembre 2016

                                                     Il Custode

lunedì 7 novembre 2016

SPIGHE DI GRANO

Quello che mi manca di te
è ogni singolo istante
che non accadde mai
nel silenzio che giunse
sulle ali del vento tiepido
dopo scese a posarsi
sopra le spighe di grano.

Ed oggi io sento ancora
le grida e le bestemmie
del treno sulle rotaie
mentre Carpi si allontanava
e tu diventavi minuscola
macchia oscura di gelido addio
incastrata nella mia anima.

  N° 3212 – 7 novembre 2016

                                                     Il Custode

venerdì 4 novembre 2016

LA TERRA PROMESSA

In principio, io mi ricordo
che camminavo carponi
dopo mi sono alzato
ed ho osservato il tramonto
il suo colore di ruggine
sembrava rancido sangue.

Ho visto persone e animali
calpestare il terreno ai miei piedi
ma i boschi e le pianure
mi appartenevano di diritto
e con le armi e la crudeltà
ho dilaniato chiunque incontravo.

Ho sentito il vento soffiare
ed aveva l’odore della salsedine
nel grembo recava le voci
e i canti di civiltà lontane
allora ho solcato le acque
per imparare chi essi fossero.

Sopra la tolda del bastimento
io ero il tuono ed ero il lampo
l’apocalisse pronta a ghermire
i primitivi ed i selvaggi
che sbalorditi dalla mia luce
non ebbero il tempo di trovare riparo.

Verso le mie radici perdute
dovunque io le avessi lasciate
seppure non era che il pretesto
per continuare a mietere vittime
e provare l’inebriante sapore
di essere un Dio ed essere un demone.

Adesso io siedo sul trono
e mi compiaccio del paesaggio di morte
intanto medito un nuovo viaggio
alla ricerca di nuove carneficine
per essere l’unico ed essere il solo
ad abitare la terra promessa.

  N° 3211 – 4 novembre 2016

                                                    Il Custode

martedì 1 novembre 2016

UN GATTO NERO

Sono qui, sulla strada
ad ammirare la luna piena
io, anima libera dalle catene
silente macchia di velluto nero.

Attraverso questa tiepida notte
e respiro l’autunno mite
le vibrisse sfiorano il vento
la mia coda si innalza al cielo.

Adesso io, come un equilibrista
cammino con passo elegante
poiché è questa la mia natura
essere una creatura superba.

Oltre il muro e la staccionata
il mio profilo riflette maestoso
ed i miei occhi, lampioni screziati
sono stelle che impattano il suolo.

E qualcuno crede io sia maledetto
portatore di miseria e sventura
io mi nascondo nella fitta ombra
ho sette vite e le devo difendere.

Sono qui, sopra l’asfalto
un re che percorre le tenebre
poiché è questo il mio destino
essere una creatura bellissima.

  N° 3210 – 31 ottobre 2016

                                                 Il Custode