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lunedì 11 gennaio 2016

L'UNTORE

Tanfo di morbo che avanza
e divora muscoli e pelle
adesso guardarmi allo specchio
è una visione che induce al delirio.

Io sono prossimo alla morte
ma ti porterò insieme a me
oltre la nebbia di Milano
fino all’antro degli inferi.

Reso folle dalla mia malattia
io non voglio morire in solitudine
sicché ti infetto e ti condanno
a seguirmi incontro all’oblio.

Ho questo volto oramai deturpato
quanto il cuore che batte nel petto
la mia anima è putrefatta
come potrei provare rimorso?

E marciscono dentro i calessi
i cadaveri diretti al lazzaretto
questo sarà il mio stesso destino
quando le pustole mi consumeranno.

  N° 3068 - 11 gennaio 2016

                                                    Il Custode

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