Mi inoltro oltre le siepi
laddove giunge un lamento
che pare pianto di luna
poggiato in cima ai rovi.
Il senso di inquietudine
mi blocca il respiro e la voce
chi sarà mai, nella sera
l’ombra che resta nascosta?
Odora di carne in malora
sicché s’alza come una nenia
il ronzio degli insetti affamati
che danzano nella penombra.
Guardo e non scorgo anima
benché la mia vista si desta
e piano si abitua alle tenebre
che avvolgono l’intero bosco.
Questo dubbio è un supplizio
più imponente della paura
io devo scoprire chi egli sia
un uomo, forse uno spettro.
Mi imbatto, al di là dei cespugli
su di un cadavere oramai putrefatto
non c’è traccia di passi sull’erba
come sarà giunto quaggiù?
Lo osservo e provo un brivido
giacché riconosco me stesso
io che ora sono nessuno
e morto da chissà quanto tempo.
laddove giunge un lamento
che pare pianto di luna
poggiato in cima ai rovi.
mi blocca il respiro e la voce
chi sarà mai, nella sera
l’ombra che resta nascosta?
sicché s’alza come una nenia
il ronzio degli insetti affamati
che danzano nella penombra.
benché la mia vista si desta
e piano si abitua alle tenebre
che avvolgono l’intero bosco.
più imponente della paura
io devo scoprire chi egli sia
un uomo, forse uno spettro.
su di un cadavere oramai putrefatto
non c’è traccia di passi sull’erba
come sarà giunto quaggiù?
giacché riconosco me stesso
io che ora sono nessuno
e morto da chissà quanto tempo.
N° 4715 - 21 giugno 2022
Il Custode
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