Morirò di mare
e pelle d’onda e salsedine
si sfalderà fra i relitti
poggiati sopra il fondale
che conduce ad Atlantide.
Con il vento che sbatte
contro le pareti vuote
della mia mente alienata
io salgo sul molo bagnato
ad assaporare i marosi.
Ed un gabbiano mi chiama
dice di rimpiangere ancora
il sapore del primo cielo
quello di quando era bambino
ed imparava la magia del volo.
Mi sento fuori posto
in balìa delle voci strozzate
che giungono dalla banchina
l’acqua…è quello il regno
dove finire i miei giorni.
Sicché mi fingo delfino
e salto, e svanisco al largo
laggiù l’orizzonte mi adula
ed il riverbero nato dal sole
si prenderà cura di me.
e pelle d’onda e salsedine
si sfalderà fra i relitti
poggiati sopra il fondale
che conduce ad Atlantide.
contro le pareti vuote
della mia mente alienata
io salgo sul molo bagnato
ad assaporare i marosi.
dice di rimpiangere ancora
il sapore del primo cielo
quello di quando era bambino
ed imparava la magia del volo.
in balìa delle voci strozzate
che giungono dalla banchina
l’acqua…è quello il regno
dove finire i miei giorni.
e salto, e svanisco al largo
laggiù l’orizzonte mi adula
ed il riverbero nato dal sole
si prenderà cura di me.
N° 4655 - 28 dicembre 2021
Il Custode
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