Mi guardo da Scilla
divoratrice di uomini
dentro la nebbia sul mare
in questa notte di pece
intanto che il goffo Cariddi
dorme d’un sonno profondo.
Solca le acque, la nave
e trema il mio equipaggio
le tenebre fendono il cielo
ed i sospiri, o, quei sospiri
sono eco che rimbalzano
sopra le onde agitate.
Tonfi come fossero pietre
che affondano verso il fondo
nessun gemito, né imprecazione
scompare così la mia ciurma
ma il buio è talmente fitto
che non vedo i sopravvissuti.
Come potrei chiamare?
Il mostro è là, in agguato
io tacito persino i remi
e lascio che ci pensi il vento
a spingere la mia imbarcazione
verso un approdo sicuro.
Mi guardo da Scilla
ma ora ne sento il fetore
ne saggio le fauci affilate
che penetrano nelle mie carni
era questo, dunque, il destino
però oramai non importa.
divoratrice di uomini
dentro la nebbia sul mare
in questa notte di pece
intanto che il goffo Cariddi
dorme d’un sonno profondo.
e trema il mio equipaggio
le tenebre fendono il cielo
ed i sospiri, o, quei sospiri
sono eco che rimbalzano
sopra le onde agitate.
che affondano verso il fondo
nessun gemito, né imprecazione
scompare così la mia ciurma
ma il buio è talmente fitto
che non vedo i sopravvissuti.
Il mostro è là, in agguato
io tacito persino i remi
e lascio che ci pensi il vento
a spingere la mia imbarcazione
verso un approdo sicuro.
ma ora ne sento il fetore
ne saggio le fauci affilate
che penetrano nelle mie carni
era questo, dunque, il destino
però oramai non importa.
N° 4725 - 15 agosto 2022
Il Custode
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