Il mio sguardo
frammento di oscura pace
e di profonda tenebra
diventò la tua dimora onirica
che non fu ancora la morte
né parve essere più la vita.
Tu ti
smarristi
dentro il mio sguardo
che fu per te sortilegio
e per me una maledizione
ch’io vidi la tua bellezza
svanire dalla mia vista.
Invano io ti
cercai
supplicai gli dei dell’Olimpo
ma a causa della mia ammirazione
tu trovasti il lungo sonno
quello che dai miei occhi
rifletté fino alla tua anima.
L’apoteosi del
sogno
questo io ti promisi
ma vi misi una tale passione
che ne rimanesti intrappolata
ora la tua mancanza imperitura
è un’agonia che non so tollerare.
N° 3331 - 9 novembre 2017
Il Custode
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