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martedì 21 novembre 2017

SULLE TRACCE DI SALEM

La terra è molto umida
coperta dalla foschia
vi si insinua, una libellula
dopo si perde nel nulla
laggiù, il profumo di lei
diventa padrone assoluto.

Io, sulle tracce di Salem
nel nucleo della foresta
ed è freddo oltre il ponte
e sopra i cespugli di bacche
dove falene e coleotteri
stanno infilzati sui rovi.

Non trovo i miei sassolini
seminati lungo il cammino
eppure io lo sapevo
che al destino piace giocare
a raccoglierli da sopra il sentiero
per farli rimbalzare sul lago.

Mi manca il suo sorriso
serrato dentro le labbra
e quel sapore di inferno
che nella luce notturna
bruciava tra le sue lenzuola
ed inceneriva il mio cuore.

Frattanto scendeva la neve
dentro la boccia di vetro
e la gazza mi disse bugie
quando tracciò il mio percorso
dove io mi proclamai demone
deriso dalla eco di Salem.

Non leggo più i miei pensieri
nemmeno i silenzi dei morti
e dove infittisce la nebbia
mi rimane un tozzo di pane
lo mangio, poi ritorno a dormire
e ricomincio a sognare di lei.

  N° 3333 - 20 novembre 2017

                                                     Il Custode

martedì 14 novembre 2017

TI HO CERCATA

Ti ho cercata di notte
sotto una foglia di acero
però il bosco era buio
la luna spersa tra i sentieri.

Tu, mio tesoro distante
quanto il sospiro di Eva
hai creduto al serpente
e mi hai scacciato dall’eden.

C’era la nebbia, sul golfo
e non ho potuto salpare
oltre i mari, sopra le isole
di granchi e loquaci gabbiani.

Poi Poseidone ha sorriso
sardonico quanto l’oblio
io, ricoperto dalle alghe
ti ho attesa sopra la spiaggia.

Ma in un anfratto remoto
Dedalo reclamava ancora
le ali perdute da Icaro
che io avevo nella mia tasca.

Le ho indossate, però invano
io non sapevo volare
e tu, tesoro mio ingrato
ti facevi beffe di me.

Sicché io sono tornato
nella mia lampada antica
dove, seppure facesse freddo
avevo il conforto del sole.

Adesso, a distanza di secoli
mi nutro di sopiti rimpianti
poiché ti ho cercata ogni istante
…ma non ricordo perché.

  N° 3332 - 14 novembre 2017

                                                    Il Custode

venerdì 10 novembre 2017

HYPNOS

Il mio sguardo
frammento di oscura pace
e di profonda tenebra
diventò la tua dimora onirica
che non fu ancora la morte
né parve essere più la vita.

Tu ti smarristi
dentro il mio sguardo
che fu per te sortilegio
e per me una maledizione
ch’io vidi la tua bellezza
svanire dalla mia vista.

Invano io ti cercai
supplicai gli dei dell’Olimpo
ma a causa della mia ammirazione
tu trovasti il lungo sonno
quello che dai miei occhi
rifletté fino alla tua anima.

L’apoteosi del sogno
questo io ti promisi
ma vi misi una tale passione
che ne rimanesti intrappolata
ora la tua mancanza imperitura
è un’agonia che non so tollerare.

  N° 3331 - 9 novembre 2017

                                                 Il Custode

venerdì 3 novembre 2017

L'UOMO DI CENERE

Infine si alzò il vento
sopra le foglie morenti
e sotto le foglie, la cenere
prese la forma di un uomo
che non era scampato alla torre
ed alla follia dei nazisti.

Egli aveva abusato del cielo
che lo cullò nel suo grembo
nei giorni di neve emaciata
nelle notti dalla fredda luna
adesso ritornava a posarsi
tra i seni della madre terra.

Omosessuale, persino giudeo
non vi era nulla di peggio
ma lui, tramortito dal gas
non rammentava le fiamme
che, donne da postribolo infimo
lo avvolsero tra le loro braccia.

Oramai trascorso il dolore
siccome gli insulti e l’inedia
affascinato dalla nenia dei grilli
rovistò tra i residui ricordi
e sentì ancora intenso il profumo
dei sorrisi perduti distanti.

Un’ombra dietro le nuvole
egli discese sopra i luoghi natii
non si aspettava di affrontare la vita
che le aveva voltato le spalle
ma sotto gli sterpi e le bacche
finalmente ritrovò la sua anima.

  N° 3330 - 3 novembre 2017

                                                 Il Custode