La terra è
molto umida
coperta dalla foschia
vi si insinua, una libellula
dopo si perde nel nulla
laggiù, il profumo di lei
diventa padrone assoluto.
Io, sulle
tracce di Salem
nel nucleo della foresta
ed è freddo oltre il ponte
e sopra i cespugli di bacche
dove falene e coleotteri
stanno infilzati sui rovi.
Non trovo i
miei sassolini
seminati lungo il cammino
eppure io lo sapevo
che al destino piace giocare
a raccoglierli da sopra il sentiero
per farli rimbalzare sul lago.
Mi manca il
suo sorriso
serrato dentro le labbra
e quel sapore di inferno
che nella luce notturna
bruciava tra le sue lenzuola
ed inceneriva il mio cuore.
Frattanto
scendeva la neve
dentro la boccia di vetro
e la gazza mi disse bugie
quando tracciò il mio percorso
dove io mi proclamai demone
deriso dalla eco di Salem.
Non leggo più
i miei pensieri
nemmeno i silenzi dei morti
e dove infittisce la nebbia
mi rimane un tozzo di pane
lo mangio, poi ritorno a dormire
e ricomincio a sognare di lei.
N° 3333 - 20 novembre 2017
Il Custode