...Ed il lupo seguì cappuccetto
oltre la radura, la cascata ed il lago
fino al centro dell’oscura foresta
dove il sole non osava entrare.
Quando vide il
cacciatore arrivare
i suoi occhi di gemme pacifiche
diventarono come dardi infuocati
scagliati alla volta dell’uomo.
Era colui che
abbandonò Biancaneve
a morire di stenti ed inedia
dopo averne abusato del corpo
che la colpa ricadde sui sette nani.
Sicché gridò a
lei di fuggire
proteggendola da quelle mani protese
avide della sua pelle innocente
da farne scempio e miseri resti.
Però il
cacciatore fu scaltro
e sparò alla testa del lupo
dopo abusò di quella bambina
e la lasciò agonizzante tra i fiori.
In un lampo si
sparse la voce
dell’immensa tragedia accaduta
ed accorsero persone e poi cerbiatti
tutti ebbri di ira e dolore imponente.
Ed essi
giunsero all’oscura foresta
dove il lupo giaceva in un canto
il cacciatore stringeva al suo petto
il sanguinante cadavere di cappuccetto.
E fu così che
nacque la leggenda
che ne fece un impavido uomo
che aveva affrontato ed ucciso la bestia
divoratrice di giovanissime vittime.
Portato in
trionfo al villaggio
l’eroe fasullo e dal sorriso beffardo
si compiacque dell’enorme ignoranza
dei villici che lo onoravano ed acclamavano.
E tornò spesso
all’oscura foresta
belva in attesa tra la vegetazione
di un nuovo lupo da sacrificare
per poi abusare di un’altra bambina.
N° 3328 - 8 ottobre 2017
Il Custode
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