Sulle montagne
vivevo
sotto di me, la verde giungla
da dove giungevano i tuoni
ed i lampi della battaglia
a coprire i canti gridati
dall’uccello sarto in amore.
Si
inerpicavano per la collina
imprecazioni e lamenti
di parole che non conoscevo
mentre i soldati di Francia
saltavano sopra le mine
seminate lungo i sentieri.
Io non capivo
la guerra
mio malgrado dovevo subirla
poiché ero oggetto di scherno
e di odio da parte del vietminh
che mi riteneva complice
e vile sgherro dell’invasore.
Ma con la
fedele capra
ed il bastone al mio fianco
io salivo le irte salite
fino alle grotte nascoste
era là che io mi sedevo
ad osservare il tramonto nascente.
Come il bambù
del Mekong
io restavo in totale silenzio
e non attendevo null’altro
che la tempesta passasse
e gli uomini, creature stupide
smettessero di darsi la morte.
E però ho
aspettato a lungo
che non so per quante lune
fino a quando, a Dien Bien Phu
il vietminh, come fanno le talpe
ha scavato interminabili tunnel
ed ha ucciso tutti i francesi.
…Sulle montagne io vivo
sotto di me, la verde giungla
i cadaveri ora consumano
sotto il sole, in balìa del monsone
io guardo oltre le nuvole
una nuova tempesta in arrivo.
N° 3327 - 6 ottobre 2017
Il Custode
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