Nascosto
dove il tuo sguardo si spenge
io vedo la tua bellezza
ed esigo che mi appartenga
ma il tuo sorriso severo
mi induce a chiedere scusa.
E vorrei
fermarmi ad una spanna
dal carillon nel tuo cuore
ed appoggiarvi la mano
dopo, infine, le labbra
e sentirmi parte di te.
Però mi quieto
silente innanzi ai tuoi seni
davanti al tuo corpo estasiante
come capolavoro d’artista
e mi faccio piccolo e debole
e pavido, oramai pronto alla resa.
Sicché ti
respiro
così come il condannato
che annusa l’ultimo anelito
della propria vita che sfugge
ma sa che ne è valsa la pena
di morire per il tuo amore.
N° 3329 - 19 ottobre 2017
Il Custode