Io sono parte
del vento
e col vento buco le nuvole
sicché adesso posso sbirciare
oltre le ciglia del cielo
e godere di una vista bellissima
verso i laghi e le pianure.
La mia anima è
rarefatta
il mio corpo una spiga di grano
e però sento ancora pensieri
e ricordi oramai evanescenti
il brusio delle cicale in amore
mi distrae dai vecchi rimpianti.
Brevi istanti
prima del nulla
quanto il volo di una falena
ora io viaggio incontro alla luna
e per farlo scanso le stelle
sarà la notte, dopo, forse, la luce
oltre ancora solamente l’oblio.
Mi dispiace di
essere morto
ma avevo piaghe e cicatrici
proprio sulle pareti del cuore
laddove diventò solo un graffito
il bisogno d’essere amato
il desiderio d’essere odiato.
N° 3346 - 2 febbraio 2018
Il Custode
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